Le minoranze unite: «Spettacolo indegno. Le istituzioni soffocate dai giochi di potere»

Si sono sentiti ieri Francesco Valduga e Mario Tonina, delegato per la maggioranza ai rapporti con il consiglio provinciale. Al centro dell’appuntamento a mezzo cornetta hanno la composizione del prossimo Ufficio di presidenza, oggi tema delle negoziazioni della maggioranza.
E. Pruner, "Corriere del Trentino", 5 dicembre 2023

Di certo le minoranze, unite, non intendono indietreggiare sulle rivendicazioni: chiedono vicepresidente del Consiglio e due segretari questori, per riconfermare lo schema della scorsa legislatura. Ma ancora nessuna fumata bianca, pare, anche se i nomi forti restano quelli di Mariachiara Franzoia (Pd) per la posizione di vice e Paola Demagri (Casa Autonomia) per il ruolo di segretario questore.

Intanto, ieri, le opposizioni hanno anche firmato congiuntamente un documento di proposte in vista dell’avvio della legislatura. Al tavolo, al momento dell’annuncio, erano seduti i rappresentati di tutti i gruppi, a testimoniare una solida unità di intenti.

Due i paletti maggiori. Le minoranze chiedono innanzitutto di confermare una prima Commissione legislativa «allargata», come luogo di dibattito privilegiato quando si dovrà discutere di affari istituzionali e, soprattutto, di bilancio. Ma propongono anche di istituire una sesta Commissione «apposita» per le questioni europee ed euroregionali, finora aggregate alle competenze della quinta Commissione. E per un «reale potenziamento della struttura» dell’Aula, non «più rinviabile», i gruppi chiedono inoltre che ai consiglieri venga garantita l’assistenza legislativa e la funzione di istruttoria e di analisi delle proposte che attengono al bilancio provinciale. Insomma di fronte allo stallo dell’esecutivo, o quanto meno al suo lento disgelo, l’opposizione vuole «valorizzare il ruolo dell’assemblea legislativa», tutta. Perché «il futuro dei trentini non è soltanto in mano alla giunta — precisa il leader dell’Alleanza democratica autonomista — Vogliamo scindere il piano dell’esecutivo da quello legislativo, nella consapevolezza che è anche attraverso il potere legislativo dell’Aula che si può guidare una comunità». Fuori dai tecnicismi, «si contribuisce al governo del Trentino anche costruendo le leggi»: un incarico, questo, demandato non solo a una parte, ma a tutto l’emiciclo. «Con queste proposte — prosegue Valduga — vogliamo ribadire l’importanza dell’Aula come luogo della trasversalità e per un governo fatto assieme».

Questo documento, dunque, non proporrebbe solo operazioni estemporanee di tutela delle minoranze, ma inaugurerebbe «un percorso», con l’obiettivo di costruire «un corretto rapporto parlamentare»: «Un percorso che, però, non è quello di una spartizione di poltrone sulla base degli equilibri politici. Quello che sta succedendo è imbarazzante e preoccupante». E sulla possibilità che il governatore Fugatti risolva i disequilibri di giunta «promettendo» incarichi nell’Ufficio di presidenza, «non possiamo tollerare che quest’ultimo venga coinvolto nel gioco delle trattative».

Non fa sconti nemmeno Filippo Degasperi, di Onda: «La priorità è che non si ripetano alcune esperienze traumatiche della scorsa legislatura, quando il presidente del Consiglio è stato di parte, assumendo il ruolo di dodicesimo uomo in campo». «Anche perché — ribadisce la posizione Paolo Zanella, del Pd — la presidenza dell’Aula è una carica sovraordinata all’esecutivo». Sarà un ruolo, quindi, per il quale il nome che la maggioranza indicherà, dovrà essere condiviso anche da chi siede sui banchi dell’opposizione. E giocoforza, oltretutto, visto che per eleggere il presidente del Consiglio serve il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri: «Non tutti i nomi sono “potabili” — avverte quindi l’ex Futura — L’Ufficio di presidenza deve tutelare le minoranze».

Allarga il ragionamento la sua collega di partito, Lucia Maestri: «Le istituzioni sono soffocate dalla distribuzione a coriandolo delle deleghe che sta andando in scena». E marca la differenza della sua lista rispetto a FdI, che sarebbe assoggettata a una regia tutta romana: «Anche il Pd è un partito nazionale, ma non ha mai imposto una strategia al territorio». E sull’idea di una sesta Commissione con l’Europa come competenza specifica: «La maggioranza dica che idea ha di Europa e quale pensa sia la posizione del Trentino e del’Euregio nell’Unione. Anche perché c’è il Pnrr di cui bisogna parlare, visto che non sappiamo quanto è stato investito, quanto è stato speso né a che punto siamo con i finanziamenti». Così il compito delle minoranze è di «vigilare affinché l’autonomia non venga sacrificata sull’altare delle trattative romane».

Secondo il dem Andrea de Bertolini «l’inerzia della maggioranza sta diventando mancanza di senso di responsabilità», e anticipa i pericoli che questo stallo potrebbe comportare: «Queste tensioni non consentiranno alla maggioranza di superare i rapporti futuri con l’interlocutore romano», spiega.

Risparmia i sottintesi anche Paola Demagri: «Uno spettacolo indegno, una prova di machismo che rallenta tutte le attività in capo alla maggioranza e non rispetta l’identikit dei trentini, quelli del fare e non del disfare».

 

IL TESTO DEL DOCUMENTO

Nel contesto dell’avvio di un corretto rapporto parlamentare, nel rispetto dei diversi ruoli e nella consapevolezza della centralità del potere legislativo, che si auspica possa improntare il dibattito consiliare nella nuova legislatura, si pongono alcuni obiettivi strategici per contribuire, in modo costruttivo ad una agile funzionalità delle dinamiche d’aula ed una più puntuale possibilità di intervento e di azione da parte di ogni singolo consigliere e delle diverse rappresentanze politiche.
Trento, 4 dicembre 2023

Si tratta di questioni di natura metodologica da un lato e di ruolo del parlamento dell’Autonomia, chiamato non tanto all’esercizio di meri compiti notarili, quanto piuttosto ad un protagonismo propositivo e di controllo che è cuore stesso del processo democratico.

 

In tale contesto, va innanzitutto evidenziata la necessità, ad avviso delle forze politiche della minoranza, di:

  1. confermare una I commissione legislativa “allargata” quale luogo di dibattito privilegiato sulle materie di bilancio ed istituzionali,
  2. istituire una nuova VI commissione legislativa avente per obiettivo la tematica europea ed euroregionale nel suo complesso.

 

Accanto a ciò è poi non rinviabile un reale potenziamento della struttura del Consiglio Provinciale sotto due profili:

  1. assistenza legislativa al lavoro dei consiglieri,
  2. funzione di istruttoria ed analisi delle proposte attinenti il bilancio provinciale.

 

E’ inoltre da ritenersi essenziale, in un’ottica di garanzia e tutela delle componenti tutte del Consiglio, la conferma dei due incarichi di segretario questore in capo alle forze di minoranza, oltre ovviamente alla figura della Vice Presidenza dell’Aula considerata l’intenzione della maggioranza di indicarne la Presidenza.

 

Si tratta come è evidente di un pacchetto minimo di proposte volte soprattutto al recupero della funzione primaria dell’Organo Consiliare ed alla valorizzazione dell’Assemblea legislativa quale luogo di elaborazione e di verifica della politica, e delle sue scelte.

Richieste che si affiancano ovviamente alla necessaria garanzia, da parte di chi sarà scelto dal Consiglio a guidare l’Aula anche su una necessaria valutazione soggettiva della figura proposta, di un’assoluta indipendenza del Consiglio rispetto alla Giunta; nonché l’impegno a garantirne sempre e prioritariamente la possibilità di svolgere appieno le proprie funzioni in ogni sua articolazione, anche intensificando il tradizionale calendario dei lavori, nel rispetto delle prerogative di ogni consigliere.

 

 Le minoranze consiliari