Ormai il mercato delle poltrone ha raggiunto una sfacciataggine tale che fatichiamo a trovare gli aggettivi per definirlo: non c’è un briciolo di ragionamento su competenze, temi, programmi da realizzare c’è solo l’insaziabile necessità di dare ad ogni componente della maggioranza una fetta della torta, un posto al sole e magari anche un pezzetto di indennità aggiuntivi. Trento, 2 dicembre 2023
Senza pudore Urzì parla di premiare i fedeli, il termine competenza l’hanno da tempo strappato dal dizionario, ed in questa ennesima ipotesi di quadratura del braccio di ferro, a oltre 40 giorni dal voto, dai banchi della minoranza assistiamo ad ulteriori ipotesi di figure che ci verrebbero proposte per il Consiglio. Eppure abbiamo detto con forza che il Consiglio non è proprietà della Giunta!
Non si illudano che il Partito Democratico del Trentino, sfinito come i Trentini da questo spettacolo indecente lasci la guida del Consiglio a chiunque.
Entreremo nel merito delle garanzie che ci verranno date rispetto alla conduzione, alla organizzazione, alla cifra di autonomia del Consiglio e a quella autonomista della figura proposta. Entreremo noi nel merito di questa cifra perché i partiti autonomisti o territoriali della maggioranza proseguono un vergognoso e imbarazzato silenzio di fronte al mercato romano che sta bloccando la composizione della Giunta e l’inizio dei lavori del Consiglio.
Potranno però rivendicare con soddisfazione di avere contribuito in maniera determinante e colpevole alla prima Giunta della storia del Trentino decisa a Roma e di aver portato un partito nazionalista e centralista alla guida del Trentino e forse anche della Regione.
Ma di che stupirsi, il tema non è il governo del Trentino ed il suo futuro, è appunto il pezzetto di potere.
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