Trento è «un bollo rosso circondato dal verde» nella descrizione dell’assessora alla cultura, turismo e politiche giovanili del Comune del capoluogo. Ma un punto rosso pronto a moltiplicarsi in tutto il territorio perché, se è vero che alle ultime elezioni il centrodestra si è riaffermato, il centrosinistra ha mostrato segni di vitalità su tutto il territorio che fanno ben sperare. A patto però di coltivare la passione politica, seme del fiore della democrazia partecipativa.
S. Casciano, "Il T Quotidiano", 26 ottobre 2023
Assessora come commenta il risultato?
«In queste settimane la sensazione forte che ho avvertito nella comunità era la sfiducia verso la politica. Una sensazione confermata dal dato dell’affluenza. Molte persone pensano che tutto sia inutile, che come politica non siamo in grado di imprimere un cambiamento. Questo pone un interrogativo forte a tutta la classe dirigente, non solo al centrosinistra. Dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per tornare a essere credibili. Farlo sarebbe fare un buon servizio alla democrazia. Per quel che riguarda il Pd credo che in un contesto molto polarizzato abbiamo fatto un risultato importante, 7 consiglieri. Ora dobbiamo tornarea dialogare con tutte le persone che abbiamo intercettato negli ultimi mesi. Anche con chi non ha votato per noi. Dobbiamo rinsaldare il rapporto fiduciario con le persone e i territori».
Se il 2018 poteva essere un incidente di percorso, il 2023 conferma che il centrosinistra è minoranza in Trentino?
«Valduga ha avuto il pregio di ricomporre un pezzo politico del Trentino che era frammentato. Da qui dobbiamo ripartire, facendo un’opposizione seria, credibile e competente. Da qui dobbiamo costruire un’alternativa di futuro. Forse è vero che siamo minoranza, ma ora abbiamo più coscienza di cosa significhi fare opposizione. I nostri eletti hanno tante competenze, apprese in città e sui territori, da spendere in consiglio. Non ci ripresentiamo agli elettori tra 5 anni, si comincia ora».
I risultati di Zoanetti e Pedergnana nelle valli cosa vi dicono?
«Queste sono belle storie. C’è chi ha vinto e siede in consiglio, ma c’è anche chi ha perso scrivendo una bella pagina di politica. Mi ricordo che la prima volta che mi candidai a Trento, nel 2010, non venni eletta. Io non me ne sono andata, ho continuato a fare attività nei circoli e nel partito. Poi da prima dei non eletti sono entrata quando Violetta (Plotegher, ndr) è entrata in consiglio provinciale. Come succede ora a Silvia Franceschini. Ai non eletti che hanno sentito il fuoco della passione politica dico: “Ora andate avanti”».
Però loro lamentavano anche di essere stati lasciati soli sui territori.
«Dobbiamo assolutamente far ripartire i circoli. Sono il luogo sacro della partecipazione dal basso. Rinnegarli sarebbe togliersi uno strumento di democrazia. Dobbiamo tornare a legare l’azione nella comunità a quella di governo».
Fiducia nel segretario?
«Sì, l’assemblea è stata composta di recente. Dal Ri ha fatto un buon lavoro, nel solco di quello tracciato prima da Maestri. Magari bisogna mettere a punto qualche organismo interno, penso all’assemblea degli amministratori, con l’obiettivo di essere più vicini alle persone».
Il Pd si conferma primo partito a Trento.
«Ci fa onore e al contempo ci chiede di essere all’altezza della fiducia degli elettori».
Tutti eletti i tre assessori candidati.
«Questa è una cosa che va sottolineata. Un risultato meraviglioso di questa città che deve essere uno slancio per lavorare ancora meglio»
Ora bisogna sostituirli…
«Il sindaco sta facendo delle scelte ponderate per immettere energia positiva nella macchina comunale».
E lei sarà vicesindaca.
«Non c’è nulla di ufficiale ma per me è la continuazione di un percorso che è amore per questa terra e questa città. Spesso si dice che la politica è “mettersi al servizio”, per me si traduce in “amare la mia città”. Quindi è un onore».
C’è chi dice che studia già da sindaca.
«Mia nonna mi ha insegnato che chi va piano va sano e va lontano. In politica se ne dicono e ne succedono tante».