Come annunciato ieri, la deputata del PD Sara Ferrari ha depositato in data odierna un’interrogazione al Ministro dell’Interno per chiedere che predisponga al più presto “ogni necessario approfondimento e una dettagliata ricostruzione della vicenda per capire che cosa non abbia funzionato e perché un soggetto già noto per la sua violenza e i suoi conclamati gravi disturbi mentali abbia potuto agire nuovamente e in modo così tragico”.
Trento, 7 agosto 2023
Si seguito il testo dell’interrogazione:
Sabato 4 agosto 2023, intorno alle 22:30 nella città di Rovereto si è consumato un barbaro omicidio. Una donna di 61 anni attraversando un parco urbano in una zona né isolata né degradata della città, per andare a trovare la madre, è stata aggredita e colpita a morte con pugni e forse con una pietra da un uomo di origine nigeriana senza fissa dimora e con chiari segni di disturbo mentale. Alcuni residenti hanno assistito alla scena dalle proprie abitazioni e, udite le grida della donna, hanno potuto dare l’allarme. Pare che in tale circostanza vi sia stato anche un tentativo di violenza sessuale. Il responsabile di tale spaventosa aggressione è stato rintracciato poco dopo dai carabinieri in una strada vicina e arrestato. Risultano in possesso degli inquirenti filmati che lo inchiodano senza alcun dubbio. La donna, giunta già esanime e in condizioni disperate all’ospedale Santa Chiara di Trento, è spirata nella notte.
L’uomo era già noto alle cronache locali perché lo scorso anno avevo creato il caos in città dopo aver aggredito un ciclista, essersi scagliato contro i carabinieri, essere saltato sul tettuccio dell'auto di servizio e sul cofano di un'altra auto. Pare che a seguito di queste violenze fosse stato già arrestato e sottoposto a misure cautelari e gli fosse stato ritirato il permesso di soggiorno. Ciò nonostante, si trovava al momento a piede libero in attesa di processo. È necessario fare massima chiarezza su che cosa non ha funzionato nella macchina della sicurezza e della prevenzione per capire come tale delitto potesse essere evitato. Questo interrogativo deve trovare risposte nella catena delle responsabilità.
Chiedo al Ministro dell’Interno di predisporre ogni necessario approfondimento e una dettagliata ricostruzione della vicenda per capire che cosa non abbia funzionato e perché un soggetto già noto per la sua violenza e i suoi conclamati gravi disturbi mentali abbia potuto agire nuovamente e in modo così tragico.