Ennesima magra figura a spese del Trentino, quella che la Giunta provinciale ha incassato con la plateale bocciatura, da parte della Suprema Corte che ha dichiarato inammissibile il ricorso sulle concessioni idroelettriche di confine, presentato dal Trentino contro il Veneto (alla faccia della “prospettiva di collaborazione con il nord-est” vantata da Fugatti).
Luca Maestri, 2 agosto 2023
Ovviamente è subito scattata la gara delle dichiarazioni. Tutti assicurano che una soluzione sarà trovata a breve, ma ciò che veramente conta è la sconfitta, ancora una volta, dell’autonomia speciale in sede costituzionale.
Questa Legislatura, segnata dall’evidente incapacità della Giunta provinciale di tutelare in qualsiasi sede politica e di giudizio la nostra specialità, ha dimostrato soprattutto lo scollamento evidente fra il governo provinciale e le Istituzioni dello Stato. Su quasi ogni questione sottoposta a valutazione del governo, - sia esso quello “amico” di Conte, Salvini e Di Maio, sia quello “tecnico” di Draghi, sia adesso quello “osannato” di Meloni - si sono sempre registrate nette chiusure davanti alle istanze dell’autonomia speciale ed all’affermazione delle nostre competenze primarie. E così, mentre Fugatti a differenza di Kompatscher si è ben guardato dal frequentare assiduamente i palazzi romani e quelli comunitari dove si prendono le decisioni che contano, gli esiti sono sotto gli occhi di tutti: leggi e provvedimenti quasi tutti impugnati; contrapposizione costante su temi essenziali e strategici; mancanza di dialogo istituzionale su questioni dirimenti; nomina di “amici” in sostituzione di riconosciuti tecnici nella Commissione dei Dodici e via dicendo. Questo è il bilancio di un quinquennio “buttato via”, soprattutto sul versante della tutela dell’autonomia.
E non conforta affatto sapere che adesso il PATT, dopo aver abdicato alla sua storia, contribuirà al futuro. Il rischio infatti è che non ci sia un futuro dell’autonomia. Anche grazie al PATT.