Oggi la stampa riporta l’interessamento del fondo internazionale Equitix per l’acquisto del 40% di Hydro Dolomiti energia, oggi proprietà del fondo Macquarie. Stiamo parlando della proprietà della società che oggi gestisce la più grande risorsa del Trentino, ovvero lo sfruttamento idroelettrico, cioè la nostra acqua.Alessio Manica, 6 luglio 2023
Torno a ribadire, come ormai molte volte in questa legislatura, che questo è il momento per cui la Provincia e il sistema delle autonomie locali riprendano in mano la piena proprietà di questa società per assicurarsi il pieno governo e il pieno controllo di un asset evidentemente nodale e strategico per i prossimi decenni e per lo sviluppo futuro del nostro territorio.
Non posso che sottolineare ed evidenziare per l’ennesima volta (anche) su questo tema l’assoluta assenza e contraddittorietà della Giunta provinciale, che oltre due anni fa condivideva il mio ordine del giorno volto a incentivare l’avvio di un percorso per il pieno controllo pubblico della società, mentre ne bocciava uno gemello poche settimane fa, che chiedeva ancora una volta di approfondire la possibilità di pubblicizzazione della società valutando per il reperimento dei fondi anche la strada di un azionariato diffuso, cioè di permettere la partecipazione a questa operazione dei risparmiatori trentini, posto che tale acquisto comporta una spesa tra i 350 e 500 milioni. Un modo anche innovativo per coinvolgere i cittadini nella partita della gestione dell’acqua e del territorio.
Ritengo che nella prospettiva della riassegnazione delle concessioni Idroelettriche, alla luce dell’importanza assunta dall’energia sullo scenario anche internazionale, di fronte all’evidente emergenza climatica che accentuerà i conflitti tra interessi diversi sull’uso dell’acqua anche nel nostro territorio, l’ente pubblico sul sistema idroelettrico non debba fare un passo indietro ma debba farne invece uno avanti. Ed invece ciò che traspare è che anche in questo settore tutto sia governato dai privati, che gioco forza perseguono logiche di profitto, mentre la Giunta provinciale rinuncia ab origine a giocare la partita e a esercitare appieno le potenzialità della nostra Autonomia.
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