Ancora lo scorso anno, le A.C.L.I. trentine avevano dato avvio ad un interessante progetto di confronto fra tutte le realtà che insistono sul settore socio-sanitario provinciale, ovvero volontariato, associazioni, professionisti ed operatori del sistema sanitario, allo scopo di verificare lo stato dell’arte della nostra sanità e di ragionare sul rischio dell’avvio di un processo di progressiva privatizzazione della sanità trentina.Trento, 5 luglio 2023
Dopo un ottimo avvio del dialogo, che aveva il solo obiettivo di fornire contributi diversi, pare che i vertici dell’ A.P.S.S. abbiano esercitato alcune pressioni per bloccare, inspiegabilmente, questo prezioso impegno.
A fronte di una situazione piuttosto opaca quindi, la Consigliera del PD Lucia Maestri ha depositato oggi una interrogazione per sapere se la Giunta provinciale sia o meno a conoscenza di questa situazione; quali ne siano le ragioni e su quale disegno progettuale la stessa intende investire in futuro, in relazione al rafforzamento del servizio sanitario pubblico ed al contrasto di una sanità diseguale e destinata solo a chi ha più possibilità.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE
Nell’ultima edizione del mensile delle A.C.L.I. trentine, appare un articolo che merita forse alcuni approfondimenti, relativamente ad un impegno assunto dal mondo cattolico, più di un anno fa, in occasione della “Giornata di preghiera per gli ammalati”. In tale circostanza infatti si decise di dar corso ad un confronto pubblico, secondo le migliori tradizioni acliste, sullo stato della salute pubblica, con particolare attenzione alle molte fragilità del nostro tempo.
Si trattava di una iniziativa mirata a mettere in dialogo la vasta galassia del volontariato e dell’associazionismo – che costituisce da sempre una delle più significative peculiarità di questa terra – con le organizzazioni professionali delle figure sanitarie che operano nel campo dell’assistenza sanitaria e sociale. Mentre il progetto prendeva via via corpo, andava emergendo un crescente stato di disagio della cittadinanza da un lato e degli operatori del settore dall’altro, soprattutto in relazione ad un possibile e graduale processo di privatizzazione del sistema sanitario provinciale, con tutto ciò che una tale prospettiva comporterebbe in sé, per gli utenti e per gli stessi operatori.
La nostra autonomia speciale, nel dispiegare le potenzialità aperte con il secondo Statuto, ha sempre costruito il sistema delle politiche sanitarie e sociali basando lo stesso sul valore della prevenzione, della solidarietà e dell’attenzione uguale ed omogenea per ogni cittadino, ricercando senza dubbio parametri di alta qualità ed efficienza, ma anche concentrando gli sforzi legislativi ed amministrativi per non smarrire le cifre di un approccio umano, equo e universalistico.
E’ su questo fondale che si è mosso il progetto qui accennato, con interlocuzioni tecniche ed ampliate su più livelli istituzionali, fino al coinvolgimento essenziale dei Sindaci e del Consiglio delle Autonomie locali, con l’obiettivo di elaborare insieme un contributo importante per una sanità del terzo millennio attenta alla persona e centrata sul fondamentale principio dell’uguaglianza. Poi, d’improvviso, il meccanismo, che stava funzionando secondo preziose, democratiche e libere dinamiche partecipative, pare essersi inceppato a seguito di pressioni esercitate, a quanto sembra trasparire, dall’attuale Direzione generale dell’ Azienda Sanitaria provinciale. Si tratterebbe, nel caso, di una ingerenza, non solo del tutto inusuale ed inopportuna, ma anche immotivata, posto che l’obiettivo del percorso avviato era ed è, a quanto risulta alla scrivente, quello di fornire un contributo di opinioni e di pensiero rispetto ad un tema la cui centralità è, ovviamente, superfluo sottolineare.
Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
- se la stessa è a conoscenza degli avvenimenti qui riassunti;
- se risponde al vero la notizia secondo la quale i vertici attuali dell’ A.P.S.S. avrebbero esercitato pressioni atte ad interrompere il processo di ricognizione sullo stato della sanità trentina e di elaborazione di proposte utili al medesimo, di cui alle premesse del presente atto;
- quali ragioni albergherebbero a monte di un simile, incomprensibile intervento;
- quale disegno progettuale per il futuro della sanità trentina sta maturando nelle scelte della Giunta provinciale e, soprattutto, in relazione al nodo della possibile e progressiva “privatizzazione” di servizi e compiti sul territorio e specialmente in relazione al nodo del rafforzamento del sistema sanitario pubblico e al contrasto del rischio di una sanità diseguale per i cittadini e per i territori.
A norma di regolamento si richiede risposta scritta.
Cons. Lucia Maestri
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