Qualche malpensante, a suo tempo, storse il naso di fronte ai milioni di euro spesi per attrezzare l’area di San Vincenzo. Soprattutto perché tra liste di attesa per cure mediche che durano mesi, emergenza energetica e una serie di altre magagne, quella dei concerti non sembrava certo una priorità.
Alessandro Dal Ri, 23 giugno 2023
«Non è una spesa, è stato un investimento» affermava però il Presidente Fugatti. Giustificando gli esborsi e raccontandoci che l’operazione della Trentino Music Arena avrebbe aperto per il nostro territorio una lunga e ricca stagione di concerti di valenza nazionale ed internazionale, oltre che di irresistibile richiamo.
Staremo a vedere, abbiamo pensato in molti. Ma nell’autunno 2022 si è capito che effettivamente qualcosa di questo racconto non tornava. Infatti l'avviso pubblico per la gestione della Trentino Music Arena è andato deserto. Nessuna società o azienda ha presentato la domanda per organizzare e gestire i concerti del 2023, 2024 e 2025. Fugatti e Failoni, pur sudando freddo, avevano ancora qualche possibilità di salvare la faccia, perché alla Provincia rimaneva la carta della trattativa privata per trovare qualcuno a cui affidare l’organizzazione di almeno qualche concerto (magari a condizioni molto svantaggiose per noi, come successo con Vasco).
A marzo 2023 allora, continuando in questa direzione, ecco spuntare una nuova maxi-spesa: altri 600 mila euro per una recinzione alta più di tre metri per isolare San Vincenzo dalla linea ferroviaria del Brennero, dove erano finiti, ricorderete, diversi spettatori durante l'evacuazione nel dopo concerto. Un investimento che tra il resto finisce per dare implicitamente ragione a Marzio Maccani, il dirigente provinciale che si era rifiutato di firmare il via libera sulla sicurezza dell’evento di Vasco per un numero superiore alle settantamila persone, e che per questo era stato rimosso dal suo incarico subendo un trattamento al limite del mobbing (e ora infatti reintegrato dal giudice del lavoro.)
Poco dopo, la doccia fredda definitiva. Una serie di «no, grazie» ricevuti da diverse società alla richiesta della Provincia di portare a Trento nel corso dell'estate qualche grosso calibro del panorama musicale e quella che, di fatto, sembra una bandiera bianca definitiva per quest’anno: l’annuncio che dal 15 settembre al 15 ottobre prossimi in quell’area avrà luogo l'undicesima edizione dell'Oktoberfest trentina (che lì si organizzava anche prima di tutto questo.).
Bene, possiamo dire che aperture di credito ne abbiamo fatte tante rispetto a tutta questa vicenda. Certo, sempre con un po’ di scetticismo suggerito dalla razionalità, ma anche con la speranza, per il bene del Trentino, che le cose andassero. Adesso possiamo dire in via definitiva che, letteralmente e figurativamente, il palco della Trentino Music Arena non regge più. Ma quel che è peggio, dopo grandi proclami e milioni di euro spesi in quella direzione, come se niente fosse accaduto e senza assumersi alcuna responsabilità, Fugatti ci racconta sui giornali che in realtà lui in quell’area vuole farci il nuovo stadio. Sperando che i trentini siano così sprovveduti da dimenticarsi magicamente di tutto questo, magari giusto in tempo per le provinciali di ottobre.