Luca Zeni interroga: "Quando finirà l'immobilismo sulle politiche sanitarie"?

Davanti ad una situazione ormai insostenibile, come quella in cui versa la sanità trentina soprattutto sul versante di una seria trattativa per il rinnovo del contratto di settore per il triennio 2022/2024, il Consigliere del PD Luca Zeni ha depositato oggi una specifica interrogazione volta a conoscere l'orientamento della Giunta provinciale in materia ed anche alla luce delle ripetute proteste delle Organizzazioni sindacali del comparto sociosanitario.
Trento, 5 giugno 2023

Nello specifico, Zeni chiede di conoscere quando il governo provinciale intende riprendere la trattativa con le OO.SS. Per il rinnovo del contratto; quando e con quali indirizzi verrà affrontata la questione delle negoziazioni di secondo livello; quali orientamenti in materia di esternalizzazioni; come intende agire l’A.P.S.S. davanti alla decisione del Giudice che ha riconosciuto i diritti del lavoratori per quanto attiene la posizione di ben 46 direttori d’ufficio ed infine, a quando un credibile piano di assunzioni di medici ed infermieri.

IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE:

Interrogazione n.

 

QUALI SCELTE DI POLITICA SANITARIA?

 

Anche recentemente, tutte le Organizzazioni sindacali del comparto sociosanitario sono scese in piazza per protestare contro una Giunta provinciale, sempre più sorda davanti alle richieste di una trattativa seria per il rinnovo del contratto di settore per il triennio 2022/2024.

La vertenza aperta ricomprende anche la conclusione dell’utilizzo dello strumento emergenziale delle esternalizzazioni, la revisione dell’ordinamento professionale e lo sblocco delle progressioni di carriera, nonché un piano generale di assunzioni per fronteggiare la cronica carenza di personale sanitario, anche valorizzando l’attrattività delle professioni sociosanitarie.

Nonostante la litania delle promesse della Giunta provinciale e delle ripetute assicurazioni – ad esclusivo uso propagandistico – circa le risorse per questo comparto, sembra che ben poco si muova, al punto che le Organizzazioni sindacali si trovano costrette ad insistere sul nodo politico rappresentato dalla costante sottovalutazione dei problemi in essere nel settore da parte di una Giunta provinciale, attenta prevalentemente all’immagine.

Non si tratta di osservazioni legate alla mera dialettica politica, perché l’arretramento vistoso del sistema sanitario trentino - che solo pochi anni fa era considerato uno dei più avanzati a livello nazionale per la quantità e la tempestività delle risposte tecniche e sanitarie - è sotto gli occhi di chiunque voglia vedere la realtà, anziché la sua proiezione propagandistica. Mancano programmazione ed investimenti di medio-lungo periodo, non solo per valorizzare il personale sanitario, ma anche e forse soprattutto per riportare il sistema sanitario provinciale su quegli standard di qualità persi nell’ultimo quinquennio, a causa di politiche deboli, fragili e prive di reale prospettiva. Nessun investimento nel capitale umano; blocco del dibattito attorno alla creazione o meno di un nuovo ospedale a Cavalese oppure alla ristrutturazione dell’esistente; dichiarazioni di costante rilancio della sanità in periferia, alle quali fa da contraltare una immobilità che impoverisce il sistema ed i territori coinvolti; errori di valutazione ed incapacità di trattenere nel servizio pubblico molti operatori medici ed infermieristici; assenza di una visione politica d’insieme dei fenomeni e di una seria ed indispensabile programmazione, sono gli elementi di maggior spicco nell’analisi del sistema sanitario provinciale e ciò genera esodi di pazienti, con conseguente aggravio dei costi pubblici e relative spinte in direzione della sanità privata, assecondando così un disegno di valenza nazionale ed al quale si sta assistendo ormai da alcuni anni, anche con crescente preoccupazione. A questo già difficile quadro si somma adesso la netta sconfitta dell’Amministrazione in una vertenza con ben quarantasei direttori d’ufficio, costretti a ricorrere alla Magistratura per ottener ciò che è previsto dal diritto del lavoro.

Le risorse stanziate fino ad oggi, per fronteggiare contratti di settore scaduti da quasi due anni, sono arrivate in estremo ritardo e solo dopo pesanti mobilitazioni del personale ed il sistema sanitario provinciale sembra ormai ridotto ad un confuso insieme di improvvisazione e di incapacità, nonostante tutte le affermazioni di gratitudine e di riconoscenza espresse dalla politica nei riguardi del personale sanitario, durante la lunga e difficile stagione pandemica appena trascorsa.

Alla luce di tali considerazioni, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- quando ritiene di poter riprendere la trattativa con le Organizzazioni sindacali per il rinnovo del contratto collettivo per il triennio 2022 – 2024;

- quando e secondo quali indirizzi ritiene di poter avviare le negoziazioni di secondo livello;

- quali orientamenti intende assumere in materia di esternalizzazioni;

- quando e con quali indirizzi operativi reputa di sbloccare la progressione delle carriere;

- come intende muoversi a fronte della recente sentenza che riconosce il ruolo per i direttori degli uffici dell’ A.P.S.S., ovvero con quale tempistica intende recepire quanto previsto dal Giudice;

- quando e con quali criteri intende definire un credibile piano di assunzioni per fronteggiare l’ormai insopportabile carenza di personale sia medico, come infermieristico.

 

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

 

 

                                                                                         avv. Luca Zeni