La Lega prova a correre in soccorso del proprio assessore alla scuola, che a fine legislatura si è fatto scrivere dai suoi uffici e da qualche tecnico una proposta di legge che mira a costruire una carriera per gli insegnanti della scuola trentina. Nessuno di noi ha sollevato dubbi sulla necessità di valorizzare le competenze e l’impegno degli insegnanti.Sara Ferrari - Lucia Maestri, 5 giugno 2023
Sull’obiettivo siamo tutti d’accordo, ma sul modo che propone Bisesti non c’è proprio consenso. Gli unici che si sono espressi favorevolmente in audizione in commissione legislativa sono solo quelli che a vario titolo lavorano per il dipartimento istruzione e e la Giunta o dalla stessa sono sono stati nominati. Il mondo della scuola invece, quella praticata, gli operatori in prima linea tutti i giorni, non lo condividono nel merito. I rappresentanti dei docenti e dei genitori nel Consiglio del sistema educativo provinciale lo hanno bocciato, i sindacati pure, riportando la posizione contraria emersa nelle partecipatissime assemblee dei docenti. Non è vero nemmeno che gli studenti della Consulta provinciale abbiano plaudito al disegno di legge. Anche l’esperto di Erickson ha sollevato grossi dubbi. Perfino il Ministro si è limitato a definirlo “interessante” rispetto agli obiettivi, ma null’altro. Il problema infatti non è la finalità, ma il metodo e il percorso, che violano l’autonomia scolastica perché si decidono le figure strumentali per concorso a titoli e graduatoria, esautorando collegio docenti e dirigente, istituzionalizzando differenze tra docenti “esperti” e “ordinari”, legittimando “l’ordinarietà”, mentre cerca di valorizzare i più attivi.
Queste nuove figure istituzionalizzate dentro graduatorie sono poi a rischio incostituzionalità perché la nostra scuola deve dialogare con la mobilità nazionale e i docenti devono potersi spostare dentro e fuori il nostro sistema con titoli uguali. Distacca solo i docenti organizzativi e non quelli esperti, che invece si dovrebbero occupare di innovazione didattica (come se quelli ordinari ne fossero esonerati) ma non chiarisce il nesso con la crescita delle competenze degli studenti. La legge inoltre delega alla Giunta tutte le decisioni sul come applicare queste idee e quindi non è chiaro nel testo chi potrà partecipare al concorso per diventare “docente esperto o ricercatore o organizzatore” e pare che la preselezione spetti al dirigente. Altrettanto non c’è modo di capire quali funzioni eserciteranno questi insegnanti perché lo deciderà successivamente la politica!
Da anni continuiamo a chiedere invece di “sganciare” la scuola dalla politica. Non sorprende per questo la posizione divisa dell’associazione presidi, visto che il destino di assegnazione dei dirigenti agli istituti dipende ancora purtroppo direttamente dalla Giunta provinciale. Che questa proposta di legge sia un tentativo elettorale di recuperare terreno nel mondo della scuola che Fugatti e Bisesti si sono inimicati in questi anni, anziché un vero investimento risulta chiaro anche dal fatto che i soldi per finanziare queste “paghette” sono quelli che deriveranno dalla riduzione della natalità. Noi crediamo invece, e non da soli, che quei risparmi andrebbero usati per stabilizzare i docenti precari supplenti e ridurre il numero di alunni per classe, per poter costruire davvero percorsi di apprendimento individualizzati per gli studenti. Ci uniamo allora alla richiesta che si è levata forte da tutto il mondo scolastico trentino di sospendere questa assurda proposta di legge e aprire un confronto vero con chi fa scuola tutti i giorni in prima linea.
Se l’assessore Bisesti, che ha fatto la sua fortuna elettorale coi gazebo della Lega, vuole tornare ad essere “popolare”, non si nasconda dietro le proposte dei tecnici, ma vada negli istituti ad ascoltare chi ci lavora, per migliorare la sua iniziativa a favore della scuola trentina, se è questo davvero il suo obiettivo. Noi del Partito Democratico ostacoleremo in ogni modo legittimo questa norma, che non porta vantaggi a quello che è sempre stato un sistema di istruzione all’avanguardia e oggi cerca di sopravvivere nonostante le picconate della Giunta Fugatti.
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