Ogni settimana l'assessore "tecnico" Achille Spinelli rilascia un'intervista sui quotidiani o sulle emittenti televisive locali in tema di innovazione e ricerca. L'assessore ha guadagnato in breve tempo l'immagine di figura più qualificata e lungimirante della Giunta provinciale.
Alessandro Dal Ri, 23 maggio 2023
Purtroppo, dietro alle parole, i risultati scarseggiano ed in questo campo, per il Trentino, si prospetta un bilancio preoccupante e negativo.Per fortuna il tempo è galantuomo e le sue lunghe interviste, dopo qualche anno, dimostrano tutta la distanza tra le parole e i fatti.
A dispetto del gruppo di lavoro che ha assistito la Giunta nella definizione del Piano provinciale della ricerca, il quale ha riconosciuto la presenza di un network di eccellenze scientifiche nel Trentino, invece di favorire lo sviluppo delle già esistenti istituzioni internazionali, il nostro assessore "tecnico" (a dir poco) ogni giorno si dedica a proporre soluzioni diverse, come l'istituzione di Distretti, Poli e Parchi scientifici a tema, promuovendo a parole una mastodontica campagna per attirare nel Trentino le migliori risorse umane, da impiegare come volano per lo sviluppo e l'affermazione della nostra Provincia in materia di innovazione.
In realtà, con l'arrivo di un manager di alto livello come Marco Baccanti a Trentino Sviluppo, sembrava inaugurarsi una nuova stagione, ma sono bastati soltanto quattro mesi affinché il nostro qualificato manager dovesse fuggire via a gambe levate. Una situazione analoga si percepisce oggi in Hit, l'ultima fondazione provinciale per l'innovazione, dove il caos sta minando la capacità di incidere di un gruppo di tecnici e manager qualificati.
Il Trentino, dunque, rappresenta l'esempio di come un'intera generazione di giovani specializzati stia emigrando, cercando altrove, nel Paese o all'estero, le opportunità per costruire il proprio futuro. Negli anni '50 e '60, l'emigrazione dal Trentino colpiva maggiormente i settori meno qualificati della popolazione; oggi, invece, la nostra provincia si trova in prima linea tra le zone a più alta emigrazione di giovani laureati o con titoli superiori. È facile immaginare dove sia destinata a portarci questa situazione.
Questa eredità severa che ci lascia la Giunta provinciale alla scadenza di un mandato amministrativo inconcludente e negativo trova plastica dimostrazione nella vicenda del Polo delle Scienze della Vita. Un deprimente teatrino che infiammò per mesi le pagine dei giornali per poi concretizzarsi nel protocollo firmato dal nostro Spinelli il 10 maggio del 2021: nuovi spazi dedicati all'interno della nuova Be Factory, facility condivise per un valore di oltre 6 milioni di euro, spazi per start up e laboratori. La montagna che ha partorito il topolino.Gli strafalcioni, uniti ai furbeschi tentativi di trasferire sull'asse Rovereto-Mori le parti più vitali del sistema della ricerca del Trentino per poi poterli spacciare come nuove creature frutto della lungimiranza di Spinelli, sono durati lo spazio di qualche stagione.
Pensiamo ad esempio alla vicenda di una delle più promettenti start up del settore biomedico, Sibylla Biotech, ultimamente finanziata da 23 milioni di fondi privati, che doveva costituire il pilastro del Polo delle Scienze della Vita e che invece ha deliberato, come molte altre start up, di abbandonare il Trentino in assenza di validi asset e dell'impraticabilità delle proposte di Spinelli, che nel frattempo aveva cambiato priorità e localizzazione in altro quartiere di Rovereto. Si valutino oppure le sue ultime affermazioni sull'iniziativa european European Chips Act, della cui esistenza Spinelli si è accorto in grave ritardo, non trovando di meglio da fare che sparare la fantascientifica idea di produrre "prototipi" di microchips e macchine quantistiche nelle gallerie di Mollaro in Val di Non.Per non parlare della partita sul Centro Nazionale dell'Intelligenza Artificiale, che sembrava essersi aggiudicata Torino e ora purtroppo (o per fortuna nostra se ci sapremo dare una svegliata) finito nel dimenticatoio col governo Meloni. Ebbene mentre gli altri quella partita la stavano giocando a tutto campo, con iniziative parlamentari, costruzioni di alleanze e di collaborazioni, dal Palazzo della Provincia a Trento, ascoltando bene, si poteva udire il russare del nostro assessore alla Ricerca.
E così, mentre il pirotecnico Spinelli continua nei suoi voli pindarici, si allarga la divaricazione tra le sue fantasie e la realtà. Dove per la prima volta in 50 anni di storia, l'Università di Trento è spinta al rosso in bilancio e alla decisione di chiudere alcuni corsi di laurea, la Fem in occasione del 150° dalla sua gloriosa fondazione si ritrova con un colpo di mannaia al bilancio del 20 per cento, mettendo a repentaglio perfino i successi ottenuti con il Pnrr e rendendo irrealistico il rilancio dei laboratori sulle Tecnologie di Evoluzione Assistita così strategici per i comparti della frutticoltura e della viticoltura in Trentino. Fbk registra la nomina positiva del nuovo Presidente, avvenuta non senza affanno, ritardi e con una procedura che mette a nudo tutta la precarietà della regia provinciale, ma ora staremo a vedere cosa succederà nel management interno. Eppure anche qui le ombre avanzano.
I passi indietro che vanno intestati direttamente a Spinelli si registrano in modo chiaro sul fronte strategico dell'Intelligenza Artificiale, in cui poco più di 10 anni fa Fbk e il sistema trentino venivano riconosciuti come uno dei sette centri Europei di riferimento (insieme a Berlino, Parigi, Londra, Helsinki, Stoccolma e Eindhoven), mentre oggi con il Pnrr siamo per un pelo riusciti a diventare uno dei dieci centri italiani, e questo risultato striminzito l'abbiamo ottenuto solo grazie al prestigio dei nostri ricercatori. Spinelli infatti non ci ha mai creduto e tantomeno è stato capace di fare investimenti effettivi provocando anche in questo campo un esodo spaventoso di ricercatori e di giovani talenti.
Anche il panorama sconfortante su questo settore così strategico per il futuro della nostra terra, che ormai è diventato impossibile da nascondere dietro la politica dell'annuncio continuo, ci impone una riflessione sul futuro della nostra Comunità, a cui serve voltare pagina in fretta.