Ecco perchè Valduga può essere l'alternativa

Nei giorni scorsi due episodi hanno segnato in maniera forte lo scenario politico trentino in vista delle elezioni provinciali del prossimo 22 ottobre. Il primo è che tutte le forze politiche che compongono l'Alleanza democratica e autonomista (Ada), in maniera unitaria hanno deciso di affidare all'attuale sindaco di Rovereto Francesco Valduga il ruolo di candidato alla presidenza della Provincia Autonoma di Trento.
Alessio Manica, "Il T Quotidiano", 11 aprile 2023

 

Il secondo è che pochi giorni dopo l'Assemblea del Partito Democratico del Trentino, in maniera altrettanto compatta e trasversale, ha approvato l'esito dei lavori del Tavolo e il lavoro del segretario Dal Ri, legittimando così in maniera piena il mandato affidato a Valduga.

Tenere insieme l'Alleanza democratica e autonomista, e averne anzi ampliato il perimetro, era vitale per non disperdere il valore politico dell'esperienza positiva costruita in occasione delle elezioni nazionali dello scorso settembre, e che hanno portato all'elezione di Pietro Patton al Senato e di Sara Ferrari alla Camera, e più in generale di conseguire un risultato molto migliore di quello nazionale con un centrosinistra sostanzialmente competitivo rispetto alla destra. Soprattutto, con l'Ada ancora una volta il Trentino si conferma laboratorio politico, capace di unire sensibilità politiche che invece a livello nazionale continuano a rimanere divise. Questo grazie ad una prospettiva territoriale e alla condivisione di un progetto di governo per il Trentino e di una comune idea per il futuro della nostra Autonomia.

Francesco Valduga rappresenta al meglio i valori dell'Alleanza. Mai incline alle semplificazioni, in questi anni ha governato bene una città in continua evoluzione, riuscendo ad essere riconfermato per un secondo mandato alla guida di Rovereto costruendo una coalizione ampia. Credo che l'amministrazione locale sia una palestra ineguagliabile per chiunque abbia l'ambizione di governare un'Istituzione come la Provincia Autonoma di Trento. Si accusa Valduga di non essere abbastanza social e di non avere il piglio del grande comunicatore; io penso invece che negli ultimi cinque anni il Trentino sia stato governato da politici troppo social, incapaci di capire la differenza tra l'annuncio propagandistico e la responsabilità del governare. Abbiamo vissuto cinque anni di campagna elettorale permanente, navigando a vista giorno dopo giorno, senza un'idea di Trentino verso cui tendere e senza una riforma di settore che meriti di essere ricordata, con il risultato ora evidente ai più che molte questioni che escono dalla legislatura come vi sono entrate o peggio basti pensare su tutti a sanità, rifiuti e casa.

Il Partito democratico del Trentino in questo contesto ha dimostrato più che mai una grande maturità e si è confermato come il soggetto politico centrale anche nel sistema trentino. Il risultato del Congresso ha consentito al partito di gestire una partita che non poteva protrarsi oltre, mettendo ancora una volta al primo posto la responsabilità verso il Trentino in luogo dell'orgoglio di bandiera e avendo ben chiaro l'obiettivo di fermare il governo delle destre.

Ora al candidato presidente, alla coalizione e al Pd, spetta il compito di proporre ai trentini una visione alternativa per il futuro di questa terra, un'altra idea di comunità e di sviluppo rispetto a quella della destra. Ci sono alcune urgenze: la mancanza di cura e governo della Autonomia seriamente indebolita dalla visione leghista; il sistema sanitario lasciato scivolare verso il degrado e verso gli interessi della sanità privata; la coesione sociale compromessa da politiche di esclusione e contrapposizione; il lavoro che dovrebbe essere la priorità per una vera cittadinanza; la casa che non c'è per i lavoratori e per i giovani; la sfida della transizione ecologica e della sostenibilità dello sviluppo con una diversa mobilità, con le energie rinnovabili, con l'uso delle risorse che sono bene comune a partire dall'acqua.

Temi sui quali in questi anni abbiamo visto l'inerzia della giunta leghista o molto spesso passi indietro: pensiamo alla scuola oggetto di tentativi di riforme che cancellerebbero la qualità della scuola trentina; al tema dello sfruttamento idroelettrico lasciato in un quadro legislativo addirittura penalizzante; alla accoglienza e alla cooperazione internazionale cancellate; alla amministrazione provinciale senza cura o infine ai Comuni illusi dallo stop alla spinta verso le fusioni e lasciati di fatto nelle loro quotidiane difficoltà.

Nel fare questo percorso auspico che la coalizione sia in grado di aprirsi ancora alle forze sociali e civiche che su questo territorio costituiscono risorse preziose con la quali costruire la proposta di governo.

In questo la coalizione ed il Partito Democratico del Trentino possono attingere ad un patrimonio di persone ed idee che vuole ostinatamente lavorare per una Comunità aperta, inclusiva che esercita la propria autonomia come luogo della ricerca di strade originali e innovative in ogni campo.