La politica troppo spesso è farcita di parole vuote, abusate, quando non addirittura manomesse. In questi giorni il dibattito nel centrosinistra è incentrato sulle differenze tra riformismo e massimalismo.
Alessandro Olivi, 14 marzo 2023
Per mia convinzione ed attitudine ritengo che anche quando si sta all’opposizione al rigore della critica occorre unire una proposta politica alternativa.
E’ muovendo da questi presupposti e dal confronto dialettico ma costruttivo con la Giunta provinciale che si è giunti in questi giorni alla unificazione dei rispettivi Disegni di legge sul sostegno al sistema economico con l’approvazione unanime della Seconda Commissione legislativa del Consiglio provinciale
Un risultato non scontato e di questi tempi assai raro.
Non si è trattato di una semplice cucitura di singole proposte emendative frutto di reciproche concessioni ma di un nuovo solido impianto legislativo che origina da due autonome proposte innervate dal contributo fattivo delle parti sociali.
Ne è scaturita una condivisa spinta verso la sostenibilità sociale ed ambientale degli investimenti produttivi, la qualità del lavoro come elemento costitutivo dell’efficienza del sistema economico, l’orientamento delle misure agevolative all’innovazione e alla ricerca applicata attraverso la collaborazione con i nostri istituti di ricerca e poli tecnologici, l’attenzione alla multisettorialità del sistema economico del territorio.
Si è così dato vita ad un progetto di riforma che raccoglie la preziosa eredità della Legge Unica sull’Economia varata agli inizi del duemila per affermare la pari dignità delle imprese di ogni dimensione e settore merceologico nel quadro della politica economica europea.
Tra le novità del progetto di legge vi è il collegamento tra l’azione di sostegno pubblica e l’adozione dei contratti collettivi stipulati tra le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative. La competizione tra imprese deve infatti avvenire sul piano della qualità degli investimenti anche nel capitale umano, scoraggiando fenomeni di concorrenza sleale basata sulla riduzione delle tutele economiche e sociali.
Una specifica misura di cui mi sono fatto promotore mira inoltre ad introdurre forme di premialità per quelle imprese che si impegnano a ridurre il divario salariale tra lavoratrici e lavoratori.
Viene confermata ed anzi per certi versi rafforzata la prassi degli accordi di sviluppo sia per l’insediamento delle nuove imprese sia per gli investimenti di crescita che poggiano su un confronto preventivo tra la Provincia, l’impresa e la forza lavoro, valorizzando la concertazione e il modello partecipativo.
Abbiamo previsto un canale apposito per il sostegno alla formazione continua sia degli imprenditori che dei lavoratori soprattutto sull’indispensabile fondale della tecnologia digitale e delle nuove frontiere dell’informatizzazione.
Vengono introdotti incentivi mirati e selettivi per favorire la transizione ecologica, il risparmio energetico e forme di economia circolare capaci di valorizzare le risorse del territorio e le filiere produttive locali.
Abbiamo condiviso lo sforzo di favorire il riequilibrio territoriale incentivando nuove forme di imprenditorialità anche nelle aree più periferiche.
Si tratta di un lavoro che ora consegniamo alla discussione e al voto dell’Aula, certamente migliorabile, ma che costituisce un esempio di collaborazione tra maggioranza e opposizione, di assunzione di responsabilità nei confronti delle imprese e dei lavoratori che operano sul territorio.
Ebbene sì forse, questo è a mio avviso un modo di agire politico riformista che significa coniugare i propri valori con le soluzioni concrete ai problemi.
Lamentarsi è facile, cambiare le cose molto più complicato.
Mi rendo conto che siamo prossimi alle elezioni ma non per questo bisogna rinunciare a credere che le riforme siano il mezzo indispensabile per prendersi cura del futuro.