TRENTO Tutti i passaggi sono ormai alle spalle: le primarie del Pd (con l’elezione del nuovo segretario provinciale Alessandro Dal Ri), l’assemblea costituente di Campobase. E, infine, l’assemblea provinciale dei dem. Ora, dunque, anche l’Alleanza democratica può riavviare il confronto in vista delle elezioni di ottobre, fissando il programma e individuando il candidato presidente."Corriere del Trentino", 12 marzo 2022
Si parte già la prossima settimana. Con una scaletta che giovedì scorso, in assemblea, è stata abbozzata dallo stesso Dal Ri. E che introduce una prima novità. Non ci sarà, infatti, il classico «tavolo di coalizione». Almeno, non subito: l’intenzione del segretario è di incontrare prima individualmente i rappresentanti delle forze che compongono l’Alleanza «per riuscire — spiega Dal Ri — a conoscersi» dopo i cambiamenti registrati negli ultimi mesi.
Ma i «faccia a faccia» dovranno seguire un ritmo serrato: l’idea è di programmarli nel giro di pochi giorni (possibilmente prima dell’assemblea del Pd di venerdì prossimo, che servirà per indicare la direzione del partito), in modo da arrivare alla convocazione del tavolo di coalizione a stretto giro di posta. «Lo fisseremo prima possibile» assicura il segretario dem. Che durante l’assemblea di giovedì ha indicato anche un’altra prospettiva: quella di una «conferenza programmatica». Del Pd sicuramente. Ma con l’obiettivo di allargarla all’intera coalizione. Perché i tempi per definire il programma sono comunque strettissimi. E la condivisione sulle priorità da proporre ai trentini sarà uno dei nodi da superare prima di avviare la campagna elettorale. Insieme all’altro tema delicato: la scelta del candidato presidente. Campobase, nella sua assemblea costituente, ha confermato l’intenzione di proporre il nome del sindaco di Rovereto Francesco Valduga. Anche se qualcuno, in queste ore, ha riproposto i timori relativi alla vicenda giudiziaria sul presunto danno erariale per il quale la Corte dei Conti si è già espressa (ora si attende l’appello): voci infondate circolate in queste ore hanno rinfocolato le preoccupazioni. Ad aver avanzato un proprio nome è anche Casa Autonomia, che punta alla leadership di Paola Demagri. E c’è attesa per l’eventuale nome espresso dal Partito democratico. «Nomi — ribadisce Dal Ri — nel Pd ce ne sono, valutiamo se proporne uno». Una certezza, però, c’è: «Bisogna fare presto, i tempi sono stretti» assicura il segretario dem. «Ho sempre detto — aggiunge — di voler chiudere possibilmente entro marzo le questioni di programma e candidato presidente».
Intanto, però, il segretario deve affrontare i primi mal di pancia interni. L’elezione di Arianna Miorandi alla presidenza dell’assemblea provinciale non è stata presa bene da Alessandro Betta, sfidante di Dal Ri alle primarie. «L’importante — premette Dal Ri — è che a ricoprire questo ruolo sia la figura adatta. E Arianna lo è. Tra l’altro, anche in passato ci sono stati casi in cui la presidenza non è stata affidata alla mozione uscita sconfitta». C’è però anche un altro motivo che ha spinto verso la scelta di Miorandi: «Non si poteva ignorare il risultato di Elly Schlein, che Arianna ha sostenuto. Se Betta fosse diventato presidente, tutte le tre cariche maggiori del partito, presidente, segretario e capogruppo, sarebbero andate a sostenitori di Stefano Bonaccini». E due alla mozione di minoranza, visto che il capogruppo provinciale Luca Zeni ha sostenuto apertamente la candidatura alle primarie del sindaco di Arco.
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