Sospendere la legge provinciale che fissa l’obbligo di gara per l’assegnazione delle piccole derivazioni a scopo idroelettrico fino a quando lo Stato non provvederà ad approvare la nuova normativa in materia di concessioni dei beni demaniali.A. Olivi, 20 gennaio 2023
Con un eccesso di zelo e con un approccio più realista del re la Giunta provinciale nel 2021 ha voluto imprimere una accelerazione all’adeguamento della nostra legislazione autonomistica ai “sacri principi” della concorrenza e del libero mercato approvando una norma, prima in Italia, che impone entro il 2024 di mettere a gara anche le piccole derivazioni idroelettriche. Un autentico patrimonio di ricchezza del territorio e delle comunità locali.
In modo difforme ha proceduto invece un’altra Regione a Statuto speciale come il Friuli Venezia Giulia che con una legge dello stesso anno ha previsto il rinnovo delle piccole derivazioni in favore dei concessionari uscenti.
La recente Sentenza n.265/2022 della Corte Costituzionale ha rigettato l’impugnativa del Governo avverso la suddetta legge del Friuli convalidando di fatto l’ammissibilità del rinnovo delle piccole concessioni.
Se è pur vero infatti che l’Agenzia garante della concorrenza del mercato (AGCM) ha sollecitato le pubbliche amministrazioni ad adattarsi ai parametri di diritto dell’Unione Europea e della direttiva Bolkestein in particolare, va sottolineato che tale invito è rivolto in prima battuta al legislatore statale che in materia nulla ha ancora previsto.
La Provincia Autonoma di Trento è dunque l’unica ad aver codificato in legge l’obbligo di ricorrere alle gare per il rinnovo delle piccole concessioni fissando una precisa scadenza con la conseguenza che il mancato rinnovo delle stesse rende contendibili le nostre risorse e solo le nostre risorse piuttosto che quelle delle altre Regioni.
Questa preoccupazione era stata espressa a suo tempo in Consiglio provinciale e soprattutto dal sistema delle autonomie locali anche attraverso la sottoscrizione di un appello di quaranta sindaci che avevano espressamente chiesto alla Giunta di non farsi prendere dalla frenesia liberista che sembra aver coinvolto l’Esecutivo senza alcuna attenzione e cautela utile a difendere un vero e proprio asset strategico del nostro territorio.
Per evitare quello che alla fine rischia di rivelarsi un grave impoverimento e una dispersione del nostro “oro bianco” la soluzione più ragionevole è quella di sospendere la norma sul ricorso obbligatorio alle gare per le piccole derivazioni idroelettriche in attesa che lo Stato, come tra l’altro ha preannunciato il nuovo Governo, legiferi e detti principi validi per tutto il territorio nazionale.
Per tale ragione ho depositato in data odierna un emendamento al disegno di legge n. 163 in materia di energia, già agli atti della Terza Commissione, che prevede la sospensione dell’efficacia della norma che impone le gare entro il 2024 fino a quando lo Stato non deciderà se e come adattare il vecchio decreto in materia di acque e impianti elettrici ai dettami dell’Unione Europea.
Anche perché questi ultimi alla luce di alcuni orientamenti giurisprudenziali non sembrano così inviolabili specie in materia di energia dove sempre più sembra prevalere l’interesse nazionale e dei territori titolari dei beni produttivi.
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