TRENTO La data era già trapelata in più di una indiscrezione. E ieri a confermarla è stato il governatore Maurizio Fugatti: «Venerdì il presidente del Coni Giovanni Malagò sarà in Trentino» ha detto il presidente della Provincia. Il motivo della visita è evidente: dopo giorni di tira e molla sul destino olimpico di Baselga di Piné e dell’Ice Rink, venerdì a Trento si tirerà una linea. Per arrivare a una decisione."Corriere del Trentino", 18 gennaio 2023
«Malagò formulerà una proposta sportiva al Trentino e a Baselga, che poi verrà valutata per le decisioni future» ha precisato Fugatti. Di fatto, il numero uno del Coni prospetterà il famoso «piano B», le contropartite sportive da offrire all’altopiano in cambio della rinuncia alle gare iridate di pattinaggio velocità su pista lunga, che quindi potranno a quel punto essere destinate all’Oval di Torino.
E i contorni della proposta si intuiscono anche dai soggetti che parteciperanno all’incontro: a discutere con Fugatti e con il sindaco di Baselga Alessandro Santuari ci saranno infatti il presidente della Federazione ghiaccio Andrea Gios e quello della Federazione tiro con l’arco Mario Scarzella. Facile immaginare, dunque, che nel disegno che sarà tratteggiato da Malagò ci sarà un futuro — per l’Ice Rink — da centro federale per le discipline del ghiaccio (Piné è già oggi centro federale per la pista lunga, ma potrebbero aggiungersi anche altre specialità) e per il tiro con l’arco. Con un punto fermo, sul quale Baselga punterà i piedi: ogni sviluppo andrà pensato dopo gli interventi di rinnovamento di uno stadio ormai obsoleto.
Ma nella contropartita del Coni, secondo quanto emerso nelle ultime settimane, ci sarebbe anche il mantenimento di una «piccola parte» nell’evento olimpico. Sfumato il sogno di portare in valle qualche altra disciplina come il curling — il «niet» di Cortina è stato severo — si pensa alla possibilità di fare di Baselga la sede ufficiale di allenamento pre-olimpico delle squadre che parteciperanno a Milano-Cortina. Un modo, di fatto, per consentire a Baselga di rimanere inserita nello scacchiere a cinque cerchi.
In attesa di conoscere la proposta del Coni, però, il caso olimpico di Piné non smette di infiammare il dibattito. Anche in consiglio provinciale: ieri la questione ha provocato un aspro confronto, prima in conferenza dei capigruppo, poi in Aula.
Nodo del contendere, la richiesta formulata dalle opposizioni al presidente della Provincia Maurizio Fugatti di informare l’Aula sulla situazione di Baselga, «alla luce delle notizie che paventano il trasferimento delle gare olimpiche verso il Piemonte». In conferenza capigruppo, vista l’assenza del governatore, l’assessore Roberto Failoni ha rinviato la comunicazione. «La faremo quando sarà stata presa una decisione» ha detto Failoni, sostenuto dai capigruppo di maggioranza, ma anche da Pietro De Godenz (Upt) e Lorenzo Ossanna (Patt). «Si può programmare per il 7 febbraio» ha concluso il presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder. Scatenando le ire di Zeni. E le critiche dell’opposizione.
«Il tema andrebbe affrontato ora» ha detto Paolo Zanella (Futura). «Questa giunta non risponde mai a nulla» ha aggiunto Alex Marini (M5s). Con il capogruppo dem che in Aula si è fatto portavoce del malumore.
«Che senso ha informarci a decisioni già prese? Non informare l’Aula denota poco rispetto verso questa istituzione» è sbottato Zeni. Che fuori dal consiglio si è sfogato. Mettendo in evidenza le «contraddizioni di una vicenda che ha avuto un percorso incredibile». Il capogruppo dem è partito da lontano. «Già in una lettera inviata al ministero nel 2019 — ha detto Zeni — si parlava di un costo di 50 milioni per la copertura dello stadio del ghiaccio». Ma per ritrovare quella cifra, ha fatto notare il consigliere, si deve fare un salto temporale fino all’autunno dell’anno scorso. Prima, «nella delibera della giunta sui criteri di finanziamento del giugno 2021 — ha ricordato Zeni — si parlava di 14 milioni». Senza copertura dell’impianto. E se «dopo la delibera sui criteri, Predazzo si è mosso per i lavori ai trampolini, con progetti e adeguamenti successivi dei costi», per Piné il percorso ha registrato una velocità diversa. Molto più lenta, secondo Zeni. «Prima ci si è fermati per la proposta di partenariato della Mak, non concretizzata, poi per la valutazione del progetto di Fincantieri da parte del Navip». Fino al 2022, quando la copertura dell’Oval ha portato il finanziamento a 50 milioni. «Ma nonostante tutto — ha aggiunto Zeni — di tempi non si è mai parlato. Il cronoprogramma è rimasto nel limbo». E ora? «Ora si sono accorti di aver perso tempo, di essere andati lunghi. E allora, per salvare la faccia, insistono sui costi troppo alti. Siamo passati da 50 milioni a novembre fino ai 76 della scorsa settimana, ai 100 citati dal ministro Matteo Salvini. Sembra una lotteria». Che, secondo il capogruppo dem, nasconderebbe altro: «Stanno solo cercando delle scuse. Se davvero i costi fossero schizzati in alto così tanto, anche le altre opere olimpiche, come i trampolini di Predazzo, dovrebbero vedere un incremento importante. Ma non è così. Tra l’altro, il progetto dell’Oval è di novembre e teneva già conto degli aumenti».
Per quanto riguarda la fondazione Milano-Cortina, infine, ieri è stato firmato dunque il nuovo statuto e costituito il nuovo cda, alla presenza del ministro Andrea Abodi: per il Trentino il rappresentante rimane Tito Giovannini.
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