Addio pattinaggio olimpico?

La stampa nazionale, ancora ieri, riportava la notizia della concreta ipotesi che Torino divenga la sede delle gare di pattinaggio per le Olimpiadi invernali del 2026, subentrando così a Baselga di Pinè ed al Trentino che, stando al quotidiano “La Stampa”, sembrano in seria difficoltà per realizzare le strutture previste e la loro gestione successiva ai Giochi.
Trento, 29 dicembre 2022

Eppure la Giunta ha sempre assicurato – e lo fa anche oggi l’Assessore Failoni sulle testate locali – che tutto procede senza intoppi e senza difficoltà e allora da dove provengono le notizie riportate sui giornali?

Confusione, improvvisazione ed imperizia sono le vere caratteristiche, non solo di questo progetto, ma in genere dell’azione della Giunta provinciale ed in proposito il Consigliere del PD Luca Zeni ha depositato oggi una specifica interrogazione per sapere se le notizie di stampa rispondono al vero e se vi è consapevolezza del danno di credibilità arrecato al Trentino da politiche improvvisate e confuse, ma anche qual’è il cronoprogramma dei lavori per l’ “Ice Ring” di Baselga di Pinè e quali sono le previsioni economiche per la gestione di tale struttura a lungo termine.

 

IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE

 

ADDIO PATTINAGGIO OLIMPICO?

 

 

   La pagina n. 37 del quotidiano torinese “La Stampa”, ospita, nell’edizione del 28 dicembre 2022, una notizia che riguarda la Provincia autonoma di Trento e le Olimpiadi invernali del 2026 e della quale, in sede locale, non sembra esserci grande traccia.

   Scrive testualmente, sotto il titolo “Torino va veloce”, il giornale diretto da Massimo Giannini: “Primo: la lievitazione dei costi che, a causa dei rincari di energia e materie prime, potrebbe arrivare a 60/70 milioni rispetto ai cinquanta del progetto preliminare. Secondo: i timori di ritrovarsi con una cattedrale nel deserto sicuramente bella ma che difficilmente riuscirebbe a garantire un numero di eventi tale da ammortizzare una simile spesa. Terzo: la presenza di una pista scoperta scelta nel 2019 per ospitare i campionati mondiali junior del pattinaggio veloce. Ecco i tre motivi che potrebbero spingere la Provincia autonoma di Trento a rinunciare alla realizzazione del nuovo sito che dovrebbe ospitare 14 gare olimpiche di Milano-Cortina 2026. Chi segue il dossier spiega che la decisione dovrebbe essere ufficializzata entro la metà di gennaio dal presidente Maurizio Fugatti. Il condizionale è d’obbligo, ma se questo è lo schema di gioco, allora le possibilità che Torino venga ripescata e diventi una delle sedi dei Giochi 2026 sono molto alte.”

Ma come? Una notizia di così grande impatto ci arriva da Torino? E Trento, cosa ne sa? Cosa conferma e cosa smentisce?

Per mesi ci hanno assicurato che “tutto va bene, madama la marchesa”; che non ci sono problemi. Si è perfino parlato di “project financing” da parte dell’impresa “MAK Costruzioni” – la stessa che ha proposto l’edificazione del nuovo e contestatissimo ospedale di valle a Cavalese – per la copertura dell’ “Ice Ring” di Baselga di Pinè (vedi “L’ Adige” 31.01.2022) e adesso?

Ci hanno garantito che i Giochi sarebbero stati un importante volano per l’economia del nostro territorio, grazie ai possibili investimenti derivati dal P.N.R.R. e invece scopriamo che, probabilmente, va tutto a Torino?

Improvvisazione, incompetenza ed incapacità sembrano, ancora una volta, regnare sovrani sulle scelte e le decisioni di questa Giunta provinciale, ormai arrivata agli sgoccioli di ogni minima credibilità. Ospedale si, ospedale no; “Ice Ring” si, “Ice Ring” no; reintegri di dirigenti si, no, forse, ma solo dopo ripetute sentenze del Tribunale; condanne che piovono quasi quotidianamente, con un esborso di fondi pubblici che dovrebbe impensierire anche gli Organi della Magistratura contabile; bocciatura quasi totale delle norme provinciali da parte del govenro nazionale; una Sanità che sta precipitando nel caos al pari delle politiche sociali e della casa e via elencando fra le troppe peculiarità di questa sorta di “Circo Barnum” che è ormai diventata la Provincia autonoma.

In questo marasma, ci mancava solo che Torino togliesse a Baselga di Pinè ogni protagonismo olimpico, con la benedizione del Presidente Fugatti e del suo governo dai facili impegni assunti e poi puntualmente disattesi.

Peraltro la recente definizione da parte della Giunta provinciale del finanziamento per l’ “Ice Ring” aveva evidenziato – oltre all’assenza di una strategia di lungo periodo, con accordi forti con la Federazione Pattinaggio per fare di Baselga di Pinè il centro di riferimento a livello nazionale e, in questo modo, immaginare una possibile sostenibilità dell’opera – la previsione di un “buco” annuale da centinaia di migliaia di euro e la grande appossimazione del piano per la realizzazione dell’opera entro il 2025. All’enfasi ed alle promesse, si viene così a sostituire l’amara realtà, con   questi esiti sconfortanti.

Alla luce di tali considerazioni e del citato articolo apparso sugli organi di informazione nazionale, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- se corrisponde la vero la notizia riportata oggi dal quotidiano “La Stampa” di Torino;

- se si è consapevoli che l’iter confuso che sta caratterizzando la vicenda dell’ “Ice Ring”, sta facendo perdere credibilità all’intero sistema trentino, aprendo così alle ipotesi riportate da “La Stampa”;

- qual’è il cronoprogramma completo, credibile e preciso previsto per la realizzazione dell’opera in oggetto;

- quali sono le “scoperture annuali” previste per la gestione e quali accordi formali sono stati presi con il Comune di Baselga di Pinè, per garantire la copertura da parte della Provincia sul lungo termine.

 

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

 

                                                                                       avv. Luca Zeni