Manovra economica delle destra: ingiusta, classista, inadeguata

Ho votato contro la manovra finanziaria del governo Meloni perché è ingiusta e inadeguata: ignora i poveri per aiutare i ricchi, aumentando le disuguaglianze.  Il bilancio è lo strumento che dice dove chi governa ha scelto di “mettere i soldi” dei cittadini e delle cittadine che pagano le tasse per avere i servizi pubblici; è la carta d’identità della politica.
Sara Ferrari, "Il T Quotidiano", 27 dicembre 2022

 

E questa è indiscutibilmente una manovra di destra. E’ uno schiaffo ai lavoratori e cittadini che pagano con lealtà le tasse e a quelli che sono in condizione di povertà: non crea strumenti di lotta all’evasione fiscale (100 miliardi nel nostro paese) ma nega la progressività fiscale, nulla fa per le partite Iva dei più giovani a basso reddito e invece aumenta il tetto al contante, che come tutti sappiamo favorisce la piccola evasione fiscale. Anziché contrastare il lavoro precario ripresenta i voucher per pagare le persone, invece che migliorare i loro contratti.

I neo governanti conservatori hanno provato anche a ridurre l’utilizzo del pos ma l’Unione Europea li ha fermati e hanno dovuto cogliere la nostra proposta di intervenire sul costo delle transazioni bancarie. 

Riducono la platea del reddito di cittadinanza e le sua durata ma regalano 800 milioni di euro alle società di calcio per spalmare i loro debiti; mentre si rifiutano di finanziare il fondo affitti e la morosità incolpevole. 

La destra non investe nella scuola, che è la peggiore d’Europa, però cancella l’app18 cambiando la funzione del bonus cultura per i diciottenni che era un investimento nella promozione della cultura e trasforma in premio quello che era nato come diritto universale, che così ignora i più “fragili” condizionandoli al reddito delle loro famiglie. Ma se qualcuno rimane indietro non è una questione di “demerito”! 

Per fortuna è stata introdotta “l’indennità di discontinuità” per i lavoratori della cultura e dello spettacolo, proposta dal partito democratico. Purtroppo la prima donna capo del governo applica la sua visione regressiva del ruolo femminile: riduce drasticamente il numero delle donne che possono andare in pensione con “opzione donna” perché devono essere contemporaneamente madri (!) e cargiver e licenziate e innalza il congedo genitoriale soltanto per le mamme dimenticandosi dei papà, finché non cede alle nostre rimostranze: il congedo genitoriale all’80% potrà essere fruito anche dai padri. 

La destra rifiuta di investire nei servizi all’infanzia 0/6 e riduce il numero delle scuole nelle aree interne, senza finanziare il rinnovo del contratto degli insegnanti, ma stanzia solo i soldi già previsti per la valorizzazione docenti dal governo Draghi. Non investe sulla sanità pubblica, dove non ci sono risorse a sufficienza per aumentare gli organici ma, per fortuna, accoglie la nostra richiesta di prorogare le stabilizzazioni per chi è stato assunto durante il Covid. I comuni italiani che chiedevano 1600 milioni di euro per i maggiori costi dell’energia e dei servizi da erogare ai cittadini, se ne trovano destinati solo 400 e soltanto grazie ad un emendamento del PD viene concesso loro l’uso libero dell’avanzo. Giorgia Meloni non riduce le tasse sul lavoro e solo grazie ad un emendamento del PD aumenterà un po’ il netto in busta paga dei dipendenti. Le decisioni di questo governo sono chiaramente e orgogliosamente classiste: con la sua attenzione alle grandi rendite e agli evasori, con una decina di diversi condoni ipotizzati, con la riduzione delle tasse a chi guadagna 85.000 €. Toglie ai poveri (rdc) per dare ad altri poveri (pensionati minima) ma non tocca i ricchi. Nessuna preoccupazione per i più fragili e solo grazie ad un emendamento del PD viene introdotto il “reddito alimentare” che consente ai comuni di contrastare lo spreco alimentare e destinare le derrate a chi è più in difficoltà. 

Di fronte a questo quadro che giudico desolante, sono però soddisfatta di un successo personale. Unica rappresentante trentina nella commissione ambiente ho presentato un emendamento che è stato portato dal pd come prioritario in commissione bilancio per destinare 2 milioni di euro ad ulteriori indagini sul suolo inquinato dell’area ex Sloi, per comprendere meglio la natura e l’estensione dell’inquinamento sia in vista del raddoppio della ferrovia sia per valutare meglio che tipo di bonifica si potrebbe immaginare.