Sara Ferrari, neo eletta alla Camera sulla quota proporzionale per il Partito democratico. Come ha vissuto le ore prima dell’ufficializzazione, arrivata lunedì in serata? "Sono stata in ansia fino alla fine, perché questa strana legge elettorale avrebbe potuto favorire i Verdi, con un quarto del nostro risultato".
"Corriere del Trentino", 28 settembre 2022
Ma considero la mia elezione un premio per il buon risultato che il Partito democratico ha avuto nel mio collegio, nelle città in particolare. A Trento abbiamo ottenuto il 29%, dieci punti in più del risultato nazionale: come Pd siamo i quarti in Italia dopo Emilia Romagna, Toscana e Liguria. Un risultato positivo».
Ora dunque passa dal consiglio provinciale al Parlamento.
«Sono pronta a fare una opposizione costruttiva. Passo da una opposizione provinciale a una nazionale e quindi ho maturato un’esperienza. È un momento critico per il Paese. Spetterà alla maggioranza la responsabilità di trovare delle soluzioni, ma è importante fare una opposizione convinta e solida rispetto al rischio di deriva sovranista, con la consapevolezza che laddove si dovranno prendere delle decisioni rispetto alla crisi, al costo della vita, bisognerà essere positivi nel trovare insieme una soluzione».
Si aspettava in Trentino il boom di FdI?
«No, non mi aspettavo un tracollo simile per la Lega. Il travaso è stato tutto interno al centrodestra. Ma penso che la Lega abbia pagato il peso di quattro anni di governo: è più facile fare proclami ai gazebo che governare».
Il politologo Brunazzo ha posto anche l’accento sul rischio per l’autonomia di fronte a un voto a un partito nazionalista. È d’accordo?
«Credo non sia passato a sufficienza il fatto che FdI è un partito nazionalista. E Giorgia Meloni è venuta in Trentino garantendo la difesa dell’autonomia. Sono riusciti a cammuffare bene questo aspetto. C’è poi un’altro fattore: i cittadini non percepiscono la nostra autonomia con un aspetto di interesse collettivo. La vedono come un dato legato alle gerarchie di governo e non è così chiaro cosa vuol dire sulla vita quotidiana essere un territorio autonomo».
Del risultato del Pd e dell’Alleanza democratica per l’autonomia invece cosa dice?
«Il risultato ci dice con chiarezza che l’Alleanza può vincere. Pietro Patton ha vinto anche grazie al sostegno dei voti di Azione-Italia viva, che io sul collegio alla Camera non ho avuto. E dunque il messaggio è chiaro: l’unione è necessaria. Da qui si riparte: dal risultato del Pd nelle aree urbane. Ma anche dalle alleanze da costruire a largo raggio con chiunque si trovi in una condivisione di programma. Personalmente non escludo nessuno da un ragionamento comune che ci porti a contrastare questa forza di centrodestra, che si può sconfiggere».
Si pensa già al 2023 e al candidato presidente: qual è il profilo?
«Servono figure capaci di essere riconosciute come rappresentative di tutti i componenti dell’alleanza».