Alcuni giorni fa l’assessorato alla Salute ha dato il via libera alla riduzione di un terzo degli infermieri necessari per assistere gli ospiti nelle Rsa. Una decisione duramente contestata sia dagli stessi professionisti che dai sindacati e dalle opposizioni. Il fatto è che le case di riposo da tempo soffrono una grave carenza di personale, dovuta soprattutto alle condizioni di lavoro.t. Grottolo, "Il Dolomiti", 16 luglio 2022
Già prima infermieri e Oss erano infatti chiamati a gestire un numero di pazienti molto elevato, con carichi di lavoro sproporzionati, e proprio per questo appena se ne presentava la possibilità in molti tentavano la via dei concorsi pubblici per entrare nell’azienda sanitaria dove ci sono condizioni di lavoro migliori. Di fatto la “soluzione” trovata dal dirigente del dipartimento della Salute Giancarlo Ruscitti (che per usare un eufemismo ha una grande influenza sull’assessorato di Stefania Segnana) è stata quella di autorizzare le strutture a ridurre le dotazioni organiche di personale infermieristico. Ergo ogni infermiere dovrà gestire ancora più ospiti.
Stamane le opposizioni che alle prossime elezioni Provinciali sfideranno al Giunta legista erano fuori dal Palazzo della Regione per protestare contro questa decisione, sottolineando il fatto che ai lavoratori delle Rsa non è nemmeno stato riconosciuto il bonus Covid.
“Il presidente Fugatti mette a rischio sicurezza nelle case di riposo – dice Paolo Zanella di Futura – hanno trovato la soluzione più semplice, siccome gli infermieri sono pochi sono stati abbassati gli standard”. Secondo Zanella le Rsa corrono il rischio di essere privatizzate, come avvenuto in altre Regioni, “poi potrà andarci solamente chi può permetterselo”.
Sara Ferrari, del Partito Democratico ricorda che le opposizioni saranno presenti fuori da molte case di riposo per volantinare contro questa riforma. “Lavoriamo come coalizione, si tratta di un operazione congiunta e condivisa”. Il volantino distribuito per l’occasione è stato sottoscritto da Pd, Futura, Sinistra Italiana, Azione, Partito socialista, Italia Viva, Campobase ed Europa Verde; queste ultime rappresentate rispettivamente da Marcello Carli e Marco Boato.
Assente il Partito Autonomista appunto. “Sappiamo che il Patt sta facendo il suo percorso ma al contempo sta portando avanti iniziative analoghe sul territorio – commenta la segretaria del Pd Lucia Maestri – quindi non siamo distanti dal punto di vista programmatico”. Una vicinanza programmatica salutata positivamente dalla Coalizione del Centrosinistra-autonomista. “Il Patt sta affrontando il dibattito al suo interno e ci auguriamo di averlo con noi”, fa eco Carli.
“Chi governa – prosegue Ferrari – non può tamponare le criticità con soluzioni al ribasso, invece che far diventare le Rsa più attrattive per infermieri e Oss si è scelto di andare nella direzione opposta. È evidente che aumentando i carichi di lavoro crescerà il numero di lavoratori che lasceranno le strutture in cerca di condizioni migliori”. La consigliera Dem ricorda come in questo modo si mette a rischio anche la salute degli ospiti, “anche se i soldi per trovare altre soluzioni ci sarebbero”.
“La Giunta leghista ha dimostrato di non avere una classe dirigente – rincara la dose Carli – hanno occupato le leve del potere dopo aver vinto le elezioni dimostrandosi inadeguati a esprimere un’iniziativa di governo. I lavoratori devono essere messi al centro”. Renata Attolini, di Sinistra Italiana, osserva che “la salute è un diritto costituzionale di cui il settore pubblico dovrebbe farsi garante”. Alla luce di queste considerazioni le opposizioni chiedono alla Giunta una repentina marcia indietro, aumentando gli investimenti nel settore anche per attrarre nuovo personale nelle Rsa.
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