La scarsità di precipitazioni nevose prima e di piogge poi, la forte siccità e le temperature stagionali sopra la media stanno creando un forte allarme per la carenza di acqua e per il forte abbassamento del livello delle falde. Tanti Comuni stanno in tal senso adottando provvedimenti per limitare il consumo e lo spreco di acqua, anche invitando i cittadini ad un uso il più possibile parsimonioso della risorsa idrica.
Trento, 4 luglio 2022
Contemporaneamente è tornato al centro del dibattito l’annoso tema dello spreco di acqua e della inefficienza della rete acquedottistica, che se in Trentino è messa meglio che altrove, presenta comunque livelli di dispersione molto rilevanti. Si stima che si perda in Trentino tra il 30 ed il 40% dell'acqua e questo è dovuto soprattutto a micro perdite che caratterizzano praticamente tutto il sistema acquedottistico.
L’ Assessore Mario Tonina ha recentemente stimato in oltre 300 milioni di euro la somma necessaria per ammodernare la rete dell’acquedotto trentino e limitarne lo spreco, affermando che “di fronte ad una crisi di questo tenore si impone una revisione delle priorità di intervento della Provincia, la quale si attiverà in questo senso quanto prima.”
Peccato che a fronte di una situazione così preoccupante concernente una risorsa naturale di così vitale importanza, e a fronte di una così netta consapevolezza da parte della Giunta provinciale, rileva come negli ultimi quattro anni di governo la Giunta Fugatti abbia stanziato pochissime risorse per l’ammodernamento della rete di acquedotto e che anche nel prossimo assestamento di bilancio non vi siano risorse a ciò destinate, a fronte di centinaia di milioni di € destinati ad opere stradali.
Per questo in data odierna il Con. Manica ha depositato un’interrogazione per sapere dalla Giunta quante risorse ha destinato a questo scopo dal 2018, quali azioni intende implementare, se esiste un quadro conoscitivo dello stato di fatto a livello provinciale e quali interventi in materia di acquedotti sono stati sottoposti ai bandi PNRR.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE
Trento, 04 luglio 2022
Interrogazione a risposta scritta n.
Quali interventi sono previsti per efficientare gli acquedotti trentini?
La scarsità di precipitazioni nevose prima e di piogge poi, la forte siccità e le temperature stagionali sopra la media stanno creando un forte allarme per la carenza di acqua e per il forte abbassamento del livello delle falde. Tanti Comuni stanno in tal senso adottando provvedimenti per limitare il consumo e lo spreco di acqua, e invitando i cittadini ad un uso il più possibile parsimonioso della risorsa idrica.
Contemporaneamente è tornato al centro del dibattito l’annoso tema dello spreco di acqua e della inefficienza della rete acquedottistica, che se in Trentino è messa meglio – e talvolta molto meglio – che altrove, presenta comunque livelli di dispersione molto rilevanti.
In media, anche alla luce dei dati contenuti nei Fascicoli Integrati di Acquedotto (FIA), risulta che in media gli acquedotti del Trentino sprecano tra il 30 ed il 40% dell'acqua. Anche la rete dedicata alle colture agricole presenta percentuali di spreco rilevanti.
L’acqua tendenzialmente in Trentino non manca, a differenza delle Regioni a noi confinanti, ma ciò non significa che possa essere sprecata o che non sia necessario intervenire per efficientare la rete acquedottistica, soprattutto a fronte di frangenti siccitosi come quello in corso e che rischiano di essere sempre più frequenti.
“Quando si parla di sprechi degli acquedotti – ha dichiarato recentemente l'ingegnere Franco Pocher dell'Agenzia provinciale per le risorse idriche e l'energia (APRIE) - in realtà si parla di stime. Nessuno può sapere con certezza quanta acqua si perde nel passaggio tra le fonti e le utenze finali. Fatta questa premessa, stimiamo che si perda in Trentino tra il 30 ed il 40% dell'acqua”. “Le grandi perdite – prosegue - tipo la rotture complete dei tubi o il cedere delle giunzioni, sono le meno problematiche. Perché se da un lato sono capaci di disperdere nel terreno grandi quantitavi, di norma proprio per le loro dimensioni vengono facilmente individuate, e si provvede poi alla riparazione. La criticità vera è data dalle micro perdite, che caratterizzano praticamente tutto il sistema acquedottistico, che è mediamente anziano. Non è facile individuarle singolarmente, ma alla fine la somma di tutte le piccole dispersioni causa circa, si tratta sempre di stime, due terzi della perdita totale”.
Questi dati sono stati riportati recentemente dall’Assessore Mario Tonina prima in una seduta del Consiglio delle Autonomie e poi in Terza Commissione consiliare, stimando in oltre 300 milioni di euro la somma necessaria per ammodernare la rete dell’acquedotto trentino e limitarne lo spreco. A tal proposito Tonina ha dichiarato che “Di fronte ad una crisi di questo tenore si impone una revisione delle priorità di intervento della Provincia. La Provincia si attiverà in questo senso quanto prima. Ma anche i Comuni devono intervenire. Gli acquedotti sono di proprietà comunale, e tante amministrazioni che si sono attivate negli anni scorsi oggi non subiscono effetti gravi dalla siccità. Molte amministrazioni hanno importanti avanzi di amministrazione, li usino”.
A fronte di una situazione così preoccupante concernente una risorsa naturale di così vitale importanza, e a fronte di una netta consapevolezza emersa dalle parole dell’Ass. Tonina circa la gravità della situazione, rileva come negli ultimi anni di governo la Giunta Fugatti abbia stanziato pochissime risorse sull’ammodernamento e efficientamento della rete di acquedotto. Stesso orientamento è confermato anche nella prossima manovra di assestamento di bilancio, con centinaia di milioni di € destinati ad opere stradali e nulla o quasi destinato agli acquedotti.
Tutto ciò premesso,
si interroga la Giunta provinciale per sapere
cons. Alessio Manica