La giunta provinciale prendendo atto del grave allungamento delle liste di attesa, ha deciso di prorogare una misura adottata nel dicembre 2021: la possibilità di rimborso parziale, fino a un massimo di 40 euro, per visite specialistiche effettuate “in regime privatistico”.Trento, 1 luglio 2022
Significa che un cittadino, di fronte a tempi lunghissimi per una visita – anche se con Rao, quindi con un medico che ne ha certificato la necessità ed i tempi – può rivolgersi a un privato, pagare, e chiedere un parziale rimborso fino a 40 euro.
La giunta però ha deciso di escludere espressamente questa possibilità, se il cittadino chiede di poter fare la visita a un medico dipendente dell’apss quando svolge la libera professione.
Quindi si incentiva il cittadino a rivolgersi a un medico privato, considerando forse di serie B i medici del sistema pubblico.
La Giunta non sta di certo cercando il modo di rendere appetibile lavorare in APSS e nemmeno quello di aumentare la fidelizzazione di pazienti. Nei centri privati sarà probabile che il cittadino incontri professionisti che svolgono attività ospedaliera extraregionale o liberi professionisti. L’esito tecnico-economico sarà quello di incrementare le spese di mobilità passiva.
Ormai è chiaro a tutti che il modello perseguito da questa giunta è quello di una sanità con più privato e meno pubblico, una sanità che garantisca soprattutto chi può pagarsi le prestazioni.
La forza del nostro sistema sanitario è sempre stata quella di garantire una sanità per tutti.
In questo caso, chiediamo che – in attesa di far tornare più efficace il sistema pubblico, aumentando l’attrattività e quindi il numero di medici, e l’organizzazione per abbattere le liste di attesa e garantire le visite urgenti nei tempi dovuti e in regime ordinario e quindi con il solo ticket – si estenda la possibilità di rimborso per i cittadini anche se le visite vengono svolte con medici apss in libera professione, e non solo con medici privati esterni.
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