Olivi: “Bonus bebè, neppure il diritto ferma la propaganda cattiva della Giunta”

In sede di Quarta commissione consiliare, impegnata oggi nella discussione del Disegno di legge n.104, a firma del consigliere Olivi, che prevedeva la rimozione del vincolo dei 10 anni di residenza per la concessione del bonus bebè alle famiglie dei nuovi nati, i membri della maggioranza hanno votato contro seguendo il dettato della Giunta.
Trento, 25 maggio 2022

Nonostante le sollecitazioni trasversali della comunità, una proposta costruttiva dell’opposizione e il responso del Tribunale di Rovereto che, richiamando le recenti sentenze della Corte di giustizia europea del 2 settembre 2021 e della Corte Costituzionale (n.19/2021), ha affermato la “natura discriminatoria” della condotta della Provincia nel diniego dell’assegno di natalità alle famiglie che non hanno la residenza decennale in Trentino, la Giunta ha chiesto alla maggioranza di fare muro.

Il Disegno di legge di Olivi proponeva, invece, che anche in Trentino fosse applicato il requisito dei due anni di residenza, come vige nel resto d’Italia per l’assegno universale alle famiglie con figli.

Molti sono stati i soggetti che hanno espresso parere favorevole nelle audizioni sul disegno di legge: le ACLI, le Organizzazioni sindacali, le Comunità di accoglienza, le Associazioni familiari, l’Ordine degli psicologi, il CAL e, non da ultimo, la Diocesi di Trento che espressamente ha fatto pervenire alla commissione legislativa il proprio parere affermando di “ribadire la posizione a favore di una reale uguaglianza dei diritti dei bambini e dei rispettivi genitori, siano essi trentini da lungo tempo o siano essi nuovi trentini, che hanno deciso di stabilirsi nella nostra provincia”.

 

La norma pervicacemente voluta dalla Giunta provinciale, che esclude dall’accesso al bonus di natalità le famiglie non residenti in Italia da almeno 10 anni, costituisce l’ennesima discriminazione che offende la reputazione della nostra Autonomia che si è sempre contraddistinta in passato per riforme sociali che hanno promosso integrazione, inclusione e un welfare innovatore.

Colpire le famiglie e i bambini non “puramente trentini” pensando di raccattare qualche voto equivale a fare violenza alla cultura solidale del Trentino.

Neppure il diritto ferma la propaganda cattiva.

Comunque intendo rassicurare le molte associazioni, organizzazioni sociali e cittadini che avevano promosso la petizione popolare: l’impegno per un Trentino più solidale e rispettoso dei diritti continua” – conclude il cons. Olivi.