Trento «Regole d’ingaggio chiare e trasparenti» per consentire ai privati di concorrere alla costruzione di un carnet per l’area e coerenza con la vocazione di una città che definisce «urban-alpina».
M. Damaggio, "Corriere del Trentino", 26 maggio 2022
Elisabetta Bozzarelli, assessora alla cultura del Comune di Trento, pensando al destino della Music Arena indica i presupposti per definire, d’intesa con la Provincia e attraverso il Santa Chiara, uno spazio che sia vissuto dai cittadini. Senza dimenticare i tanti altri luoghi in cui è necessario, dice, fare cultura per tutti.
«In questo momento i riflettori sono su San Vincenzo — riflette l’assessora — Mi piace l’idea che ci sia un attore culturale, il Centro Santa Chiara, che possa fare una programmazione continuativa dando stabilità a una struttura già realizzata, certo purché sia con un numero congruo sia dal punto di vista organizzativo sia per rispettare la peculiarità della nostra città».
Bozzarelli cita infatti il Dna del capoluogo, che fonde contemporaneità e rispetto dell’ecosistema. «Siamo una città urban-alpina — dice — e mi auguro si rispecchi l’anima della città con eventi sostenibili». Quindi: «Certamente musica di tutti i tipi, però consapevoli che non siamo in Pianura Padana o mare, siamo circondati dalle montagne, dalla natura, da una biodiversità che dev’essere rispettata e in questo risiede anche la rappresentazione che diamo e dobbiamo dare all’esterno: chi arriva deve trovare coerenza, senza scimmiottare altri».
Chiarito questo aspetto, l’assessora si aspetta poi pluralità nell’accesso all’area. «Benissimo che ci sia un ente a gestire la Music Arena ma che dia spazio di accesso a tutti i privati che si vogliono proporre — dice — Dobbiamo far si che la trasparenza sia presente in ogni scelta, ci deve essere opportunità per tutti, dai ragazzi che propongono con successo il festival Poplar ad altre realtà». Per consentire tale equità, rimarca ancora Bozzarelli, «andranno definite chiare regole di ingaggio».
Ma in tutto ciò l’assessora sposta l’attenzione sulla necessità di costruire politiche culturali che siano per tutti. «Quello che dobbiamo fare — riflette — è intercettare pubblici che non godono della cultura, perché non hanno la possibilità di acquistare il biglietto di un concerto e per molte altre ragioni». Il tema, allora, «è continuare a lavorare nella prossimità: da Trento Nord alla cima del Bondone. Non c’è solo San Vincenzo, questa è una città che si mette in gioco». Tutta quanta.