Non tornano i conti: il rincaro dell'energia e la guerra cancellano buona parte della ripresa post-covid e costringono ad attingere nuovamente al debito, che no si sa da chi e come potrà essere ripagato, oltre a fermare la già timida transizione ecologica.
R. Pinter, 15 maggio 2022
La povertà aumenta, le famiglie sono in difficoltà eppure ci sono enormi extraprofitti nel mercato dell'energia, dei farmaci e degli armamenti e la rendita finanziaria, indifferente ad ogni crisi, anzi approfittando di tutte le crisi, continua ad arricchire l'1% del pianeta.Nel passato emergenze dettate da pandemie e guerre hanno portato i governi ad attingere alla ricchezza per finanziare gli investimenti pubblici, ora, davanti alle tre crisi, economica, da virus e da guerra, si attinge solo al debito.Non è una novità che chi governa si preoccupi più di conservare l'accumulazione della ricchezza che redistribuirla, ma ci si poteva aspettare qualche segnale verso chi non ce la fa, per ridurre l'esclusione sociale.
Non dico dalla destra, che ha nel suo DNA la conservazione delle ingiustizie sociali al punto da impedire ogni proposta di tassazione progressiva, ma almeno dalla sinistra o ciò che rimane della stessa o dai moderati di centro, che comunque governano l'Europa, qualcosa in più si poteva pretendere.E invece: la timida proposta di Letta di tassare le successioni tra ricchi si è persa per strada, così le ancor più timide proposte di Draghi di contributo di solidarietà, per non parlare della riforma del catasto. Solo il 25% sugli extraprofitti va nella direzione giusta, ma è ben poca cosa, anche perché le misure originate dal Covid hanno finito per premiare ancora chi non ne aveva bisogno invece di ridurre i problemi di chi già lo era in difficoltà.Eppure perfino Biden finanzia il riarmo con una tassa sulla ricchezza, mentre da noi nemmeno la guerra riesce a toccare i privilegi.
Si può in Italia parlare di riarmo, ma guai a parlare di patrimoniale, perché crea il panico! e guai a parlare di aumento dei salari, che non è il momento e quando mai? Ora capisco che un governo di unità nazionale è diviso al suo interno, ma almeno provarci a porre come priorità la dignità del lavoro e la redistribuzione della ricchezza? Perché tutta questa riluttanza a far contribuire i ricchi e ad applicare il principio della progressione fiscale?
È un tabù osceno perché comporta la povertà e la esclusione sociale di tante, troppe, famiglie e persone. Certo basterebbe evitare l'elusione e l'evasione fiscale, per le quali si finisce in prigione ovunque tranne che in Italia (ma non mi interessa riempire le carceri disumane, mi interessa riempire le casse dello Stato), ma in attesa del miracolo si può chiedere che a pagare per il bisogno di salute e per assicurare la transizione siano chiamate le rendite finanziarie e patrimoniali e non i lavoratori?
Ci sono dei paradossi: si vuole evitare l'emergenza climatica, ma non si può toccare il mito della crescita ne' lo stile di vita ( il vecchio Bush lo aveva detto già negli anni 90 che non è trattabile); si vuole offrire opportunità per tutti, ma non si vuole toccare né le rendite né i privilegi, come se la povertà non fosse conseguenza della concentrazione della ricchezza.È difficile ridare credibilità alla politica se la politica continua a negare la verità e a coltivare ipocrisie e populismi. Manca la responsabilità e manca il coraggio, ma forse manca anche una visione del mondo dove sia data a tutti, e non solo a pochi, la possibilità di essere cittadini fino in fondo (con la dignità del lavoro e con un po' più di giustizia sociale e ambientale).Non pretendo di cambiare il mondo, ma mi piacerebbe, contro una destra che premia gli evasori, vedere un partito dell'equità fiscale che si batta per non lasciare il peso fiscale e il costo dei servizi solo sulle spalle di pensionati e lavoratori . In fondo sarebbe solo il rispetto di un principio democratico, costituzionale, di redistribuzione, che dovrebbe appartenere ad ogni buona politica.