Apprendiamo oggi dell’ennesima bocciatura da parte della Corte Costituzionale di una legge provinciale proposta dalla Giunta Fugatti. Questa nuova sentenza riguarda la legge sulle grandi derivazione idroelettriche, peraltro già ampiamente modificata poco dopo la sua approvazione su precisa indicazione del Governo proprio allo scopo di evitare contenziosi con lo Stato e la sottoposizione del provvedimento al giudizio della Corte.
Trento, 11 maggio 2022
Non è nostra intenzione commentare nello specifico questa sentenza, che si aggiunge alle molte bocciature della Corte delle quali abbiamo ormai perso il conto e che comunque ci preoccupano, ma rilevare ancora una volta come queste siano la diretta conseguenza della completa mancanza di dialogo della Giunta provinciale con il Governo, che soprattutto su questioni strategiche come quella dell’idroelettrico risulta essere estremamente grave.
Come ricordiamo spesso non è pensabile un governo dell’Autonomia trentina senza un continuo dialogo e confronto con il Governo nazionale, tanto a livello politico quanto amministrativo. E certe partite più di altre necessitano di una prassi concertativa e di una predisposizione alla mediazione a cui la Giunta leghista del Trentino sembra essere da sempre estranea ed incapace. E i risultati si vedono, posto che delle non molte leggi approvate dal 2018 ad oggi una quota considerevole è stata prima impugnata dal Governo e poi bocciata dalla Corte.
Un ruolo importante nel rapporto tra Provincia e Stato potrebbe giocarlo la folta rappresentanza trentina in Parlamento, che però in questi anni non è stata in grado di svolgere questo ruolo ed è risultata per ampi tratti della Legislatura del tutto assente.
In conclusione, entrando nel merito della vicenda delle grandi concessioni idroelettriche, vogliamo ribadire la contrarietà del Gruppo del PD del Trentino all’impostazione voluta dalla Giunta provinciale, fortemente appiattita sulla messa a gara delle grandi concessioni, perché costituirebbe un forte rischio per il Trentino di perdere completamente il controllo su un asset strategico. Auspichiamo in tal senso che da parte della Giunta provinciale vi sia ora il massimo impegno per favorire a tutti i livelli la ricerca di soluzioni idonee a mantenere il controllo strategico pubblico sullo sfruttamento dell’acqua; e che a livello nazionale tutte le forze politiche si impegnino a riconoscere la rilevanza strategica, anche in termini di sicurezza nazionale, del settore idroelettrico e a limitarne conseguentemente un’indiscriminata messa sul mercato, come già fatto da altri Stati alpini quali Francia e Svizzera.