Come già successo per la vicenda dell’accesso alle case popolari, con grande soddisfazione apprendiamo che il Tribunale di Rovereto ha accolto il ricorso di un cittadino pakistano contro il requisito dei dieci anni di residenza per accedere all’assegno provinciale di natalità, riconoscendo tale criterio come discriminatorio.
Trento, 28 aprile 2022
Da due anni noi del Partito Democratico del Trentino denunciamo la follia di questa decisione, dicendo in tutti i modi che per nessuna ragione è legittimo discriminare dei bambini e chiedendo alla Giunta di rivedere la propria decisione prima che a farlo sia un tribunale. Come sempre non siamo stati ascoltati, e ancora una volta siamo nostro malgrado qui a dire “noi ve lo avevamo detto”.
Ma non abbiamo solo parlato, nel 2021 infatti il gruppo del Partito Democratico del Trentino ha depositato in Consiglio provinciale una proposta di legge (ddl 104/2021, primo firmatario Cons. Olivi) con lo scopo di rivedere i requisiti di accesso all'assegno di natalità, prevedendo al posto dei dieci anni di residenza, come imposto dalla Giunta leghista, una residenza anagrafica continuativa in Provincia di Trento di almeno due anni negli ultimi dieci; come accade in tutte le altre regioni italiane. La nostra iniziativa correttiva è stata bloccata per volere della Giunta, che ora non può appellarsi a nessuna scusante, e dunque siamo certi che questa sia la volta buona per riprenderla ed approvarla.
Nel gennaio scorso, quando la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali tutte le leggi che escludono dalla concessione dell’assegno di natalità e di maternità i cittadini di paesi terzi che abbiano un permesso di soggiorno superiore ai sei mesi, abbiamo chiesto al Presidente Fugatti, con un'interrogazione del Consigliere Giorgio Tonini, come intendesse riportare la legge provinciale dentro l'alveo della legittimità. Ci è stato risposto che determinate prestazioni potevano essere soggette ad un periodo di residenza, se proporzionato. Ecco, non hanno creduto al nostro giudizio che 10 anni fossero palesemente sproporzionati, ma ora la Giunta dovrà farlo perché condannata da un tribunale per discriminazione, cioè per razzismo riconosciuto.
Spiace che in un territorio come il Trentino, da sempre attento al benessere famigliare, alla coesione e all’inclusione sociale, debba essere ormai ciclicamente la Giustizia a riportarci sui giusti binari dell’uguaglianza attraverso la bocciatura delle scelte discriminatorie della Giunta Fugatti. Da oggi però grazie a questa sentenza il Trentino torna ad essere un posto migliore, e nessuno di noi deve più sopportare il peso e l'imbarazzo di vivere in un territorio la cui Giunta discrimina persino i bambini. "Ci sarà pure un giudice a Berlino" scriveva Brecht, e per fortuna c'è anche a Rovereto, diciamo noi.