Oltre a tutti i problemi che già hanno caratterizzato l'organizzazione del concerto di Vasco a Trento, in questi giorni la "ciliegina sulla torta": per evitare ogni rischio di valutazione negativa, Fugatti - con una delibera in "burocratese", fatta apposta per non attirare l'attenzione, ma “decriptata” dal consigliere del Pd Luca Zeni - toglie la competenza sulla sicurezza al dirigente del servizio (quello che aveva evidenziato delle lacune) e la attribuisce al dirigente del dipartimento.
Trento, 28 aprile 2022
Una decisione di dubbia legittimità, a pochi giorni dal concerto e dal parere finale sulla sicurezza.
Una decisione che getta un ombra sul lavoro fatto e che preoccupa sotto il profilo della sicurezza delle migliaia di persone presenti. Andrà sicuramente tutto bene, ma dovrebbe accadere non per un fatto statistico, bensì perché si è fatto tutto a regola d’arte.
È d'obbligo un riepilogo, perché tutto questo si somma a fatti che già hanno caratterizzato una pessima gestione: la giunta provinciale è da mesi fossilizzata solo sul concerto e ha messo in campo un dispiegamento di energie e risorse senza precedenti. Basti pensare a 15 servizi della Provincia impegnati, tutta la protezione civile mobilitata, personale di sanità e forze dell’ordine precettato. Una stima di risorse pubbliche impiegate di circa 6 milioni di euro, soldi dei cittadini per organizzare un concerto che nelle altre regioni non prevede spesa pubblica, o molto limitata.
“Politica” significa fare scelte. La politica può scegliere di investire milioni di euro pubblici e ritenere la sua priorità organizzare un concerto musicale. Sono scelte. E la storia insegna che la tecnica del panem et circenses spesso paga.
Ma ci sono alcuni punti fermi e condivisi che dovrebbero venire prima. Uno di questi, la sicurezza.
Negli scorsi mesi il gruppo del Pd aveva scoperto pressioni e sotterfugi da parte della giunta provinciale per “imboscare” il parere negativo della commissione sulla sicurezza, che aveva evidenziato carenze sulle vie di fuga. Quella notizia ha ottenuto un effetto importante: un enorme lavoro per trovare soluzioni idonee a garantire la sicurezza di circa 150.000 persone, tra spettatori e staff. La giunta ha pagato consulenze a società di sicurezza private, si sono ipotizzate ardite chiusure della ferrovia internazionale del Brennero, sono stati affittati terreni limitrofi e tracciati nuovi percorsi di uscita.
Mancava soltanto il parere finale della commissione sicurezza, presieduta da quel dirigente che aveva semplicemente eseguito il suo dovere secondo le disposizioni di legge, e aveva rilevato in precedenza lacune rispetto ai requisiti previsti dalla normativa sulla sicurezza.
Ed ecco la delibera - svelata dal consigliere del Pd Luca Zeni - che affida la competenza sulla sicurezza del concerto a un'altra figura.
Una decisione che lascia allibiti per la disinvoltura istituzionale. Molto discutibile sotto il profilo della legittimità: dopo che tutto il procedimento è stato seguito da un responsabile, lo si cambia pochi giorni prima della decisione finale, temendo forse che possa
svolgere dei rilievi. “Decisione che getta un’ombra sul percorso svolto” - dichiara il consigliere Zeni - “e non può che preoccupare rispetto alla sicurezza dell’evento, che è il tema che dovrebbe stare più a cuore a tutti.