Storia della mancata parità nelle elezioni comunali trentine

Già nel novembre 2012 con la legge 215 il Parlamento ha introdotto strumenti di riequilibrio della rappresentanza nelle istituzioni comunali, approvando in modo bipartisan l’introduzione dell’utilizzo della doppia preferenza di genere nelle elezioni amministrative.
Trento, 12 aprile 2022

 

Dunque ormai da dieci anni in tutti comuni italiani sopra i 5000 abitanti si vota esprimendo una preferenza per un genere e una per l’altro, in Trentino Alto Adige invece no. Nel nostro territorio la norma che regola le elezioni comunali è regionale e già nel 2013 si tento’ di recepire questa innovazione con una proposta delle consigliere Margherita Cogo e Sara Ferrari, ma venne bocciata dal consiglio regionale, che invece accetto’ l’obbligo di presenza di entrambi i generi nelle giunte comunali.

 

Nel 2016 ci fu un secondo tentativo di adeguare le elezioni dei comuni del Trentino Alto Adige alle richieste di parità, che vengono dalle raccomandazioni internazionali ed europee, dalla nostra Costituzione e dalle norme nazionali, con una proposta di legge del Partito Democratico (Sara Ferrari, Donata Borgonovo Re, Violetta Plotegher, Lucia Maestri), affossata dall’indisponibilità della SVP (l’Alto Adige ha ben 4 preferenze su cui ragionare) che si è incrociata con lo scarso entusiasmo trasversale della maggioranza maschile dell’aula.

 

Oggi siamo dunque alla terza legislatura e al terzo tentativo di portare anche il Trentino verso il rispetto della parità di genere nella rappresentanza politica e amministrativa nelle istituzioni più vicine ai cittadini come quelle comunali.

 

La discussione su di un disegno di legge della consigliera Brigitte Foppa (Verdi) ci offre l’occasione per presentare delle modifiche alla legge elettorale del Trentino che provano ad introdurre: l’uso delle due preferenze nei comuni sopra i 5000 abitanti con entrambi i generi (Sara Ferrari) e l’obbligo della parità nella lista con 50% candidati per ciascun genere alternato (Paolo Zanella).

Queste proposte sono state sottoscritte dai gruppi consiliari regionali del Pd, dei Verdi, dei 5 stelle.