TRENTO L’ultimo atto della vicenda si era consumato a febbraio, quando il Tar di Trento aveva messo fine definitivamente al travagliato percorso della legge «Failoni» sulle chiusure festive dei negozi. Ora, a due mesi da quella sentenza, la Provincia attua le indicazioni del tribunale, pagando le spese legali ai negozi che si erano opposti con un ricorso alle indicazioni di quel provvedimento: le cifre sono state indicate dalla giunta provinciale nell’ultima riunione della scorsa settimana.M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 12 aprile 2022
Il primo pagamento indicato nelle delibere firmate dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti riguarda gli importi a favore del consorzio Shop Center Valsugana di Pergine, uno dei primi a opporsi, nel 2020, alla legge sulla «disciplina delle apertura nei giorni domenicali e festivi delle attività commerciali». Nel mirino del consorzio, in particolare, la distinzione attuata tra Comuni turistici e non turistici del Trentino, che poneva tra i territori considerati non turistici anche Trento, Rovereto, Borgo e, appunto, Pergine Valsugana. Il pagamento definito dall’esecutivo è di tremila euro di spese legali, al quale si aggiungono vari rimborsi fino a un totale di 4.238 euro. Stesso importo fissato dalla Provincia a favore di Mediamarket, l’azienda di Verano Brianza presente a Trento con il punto vendita di MediaWorld di via Brennero. Ammonta sempre a 4.238 euro il pagamento previsto a favore di Orvea e così per Supermercati Poli.
E dopo la batosta sulla legge Failoni, la giunta provinciale è corsa ai ripari muovendosi nell’ambito della commissione dei Dodici per approvare una norma di attuazione specifica in materia di commercio: una norma che ha già ottenuto il parere positivo del Ministero dello sviluppo economico e che in pochi mesi potrebbe diventare realtà.
Intanto, sempre sul fronte delle battaglie legali perse dalla Provincia, l’esecutivo guidato da Fugatti, nella riunione della scorsa settimana, ha dato via libera anche al pagamento delle spese di causa d’appello nel braccio di ferro avviato con Daniel Bekele dell’Assemblea antirazzista sul requisito dei dieci anni di residenza per l’ottenimento di un alloggio Itea. In questo caso, Piazza Dante è stata condannata a pagare 4.500 euro di spese processuali «oltre accessori», per un totale di 6.630 euro.
E sempre in tema di ricorsi, la giunta ha deciso di resistere al ricorso al Tar presentato dalla società Funivie San Martino contro la sospensione del procedimento per la realizzazione di un nuovo tracciato bike park nella stazione sciistica dell’alpe Tognola. «I motivi del ricorso — si legge nella delibera — stigmatizzano presunti vizi del procedimento amministrativo, quali la violazione dei criteri di trasparenza, eccesso di potere per difetto di istruttoria e travisamento dei fatti, difetto di motivazione, incompetenza relativa rispetto al sub-procedimento di valutazione di incidenza ambientale».
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