Hanno fatto bene il PD Rovereto e la circoscrizione di Borgo Sacco a proporre il completamento del progetto di riqualificazione architettonica dell’area manifatturiera, il più grande investimento pubblico realizzato a Rovereto negli ultimi decenni.
Alessandro Olivi, 30 marzo 2022
Il progetto di rigenerazione della vecchia Manifattura, insito nell’acquisizione al patrimonio pubblico, perseguiva il fine di aprire questo luogo ad una nuova integrazione urbanistica e relazionale con la città. Un spazio nuovo, penetrabile attraverso un'interconnessione non solo paesaggistica ma anche di funzioni e servizi per la cittadinanza.
C’è anche un’altra questione, non meno rilevante, riguardante il futuro di questo spazio, che nel conformismo generale di questo tempo e nella continua politica dell’annuncio di questa Giunta Provinciale è sottaciuta e rischia di svilire le potenzialità del progetto originario. Mi riferisco al fatto che quando pochi o nessuno ritenevano urgente il tema della transizione ecologica, noi ponemmo al centro della nuova Manifattura l’idea di un campus tecnologico in cui studiare, sperimentare e produrre beni e tecnologie sostenibili. Ora possiamo comprendere quanto sia stata lungimirante e anticipatoria quell’idea.
La nuova Manifattura, nel suo ambizioso disegno, doveva diventare un polo specializzato nel campo della sostenibilità e nella ricerca in materia di fonti rinnovabili. Non un condominio con dentro di tutto un po’, ma un centro di eccellenza nazionale ed internazionale. Questa deve tornare ad essere l’idea guida, adesso che siamo nel pieno della crisi energetica mondiale.
Mi sembra invece che regni una certa confusione e che soprattutto la sfida ambientale non venga assunta come la vera priorità nella #transizione del modello industriale. Sarebbe un grave, irreversibile, errore.