Impugnative dello Stato: uno scontro senza fine

Fin dall’esordio della corrente Legislatura è emersa la contrapposizione costante fra la Provincia e lo Stato che non paiono riuscire a concordare una strategia sulla competenza di molte materie, riportando le stesse ad oggetto del contenzioso costituzionale.
Trento, 31 marzo 2022

In questo quadro, la Giunta provinciale ha fin qui dimostrato la sua caparbietà nel proporre e riproporre norma e disposizioni quand’anche le stesse appaiono chiaramente confliggenti con gli ordinamenti sovraordinati. Caparbietà in difesa dell’autonomia o forse convenienze politiche di chi potrebbe provare a costruire una narrazione di conflitto continuo con Roma, rispetto al quale si erge solo il leghismo nostrano in difesa dell’autonomia?

Su questo dubbio si fonda una interrogazione del Cons. L. Zeni del P.D. che vuole cercare di capire quanti siano stati a tutt’oggi i contenziosi e quali esiti abbiano avuto e cosa si potrebbe fare per ovviare a tale incresciosa situazione, nella convinzione che questa sorta di “muro contro muro” danneggia sempre e logora l’intero impianto autonomistico e quindi, di conseguenza, tutto il Trentino.

 

IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE

 

IMPUGNATIVE DELLO STATO: QUANTE E CON QUALI ESITI?

 

Confermando un ormai evidente clima di conflitto fra le Istituzioni dell’autonomia speciale ed il Governo nazionale, la Giunta provinciale ha deciso di opporsi all’ennesima impugnativa dello Stato su due articoli della legge finanziaria della Provincia, in materia di personale.

 

Si consuma così l’ennesimo scontro che non investe tanto la dimensione contrappositiva fra autonomia speciale e centralismo statale, bensì la testarda riproposizione di norme provinciali quand’esse appaiono, anche ad una superficiale lettura, come confliggenti con ordinamenti sovraordinati.

 

Forse però, a ben vedere, non si tratta solo di conflitti di natura giuridica. Forse dietro l’angolo si nasconde una convenienza politica tutta intestina alla principale forza di governo provinciale che può costruire, sulla difficoltà dei rapporti con Roma, una narrazione di natura prevalentemente elettorale: noi siamo attenti alle istanze locali ed alle periferie, mentre Roma centralista si oppone e mina così alla base l’autonomia della quale il leghismo si erge ad unico difensore.

 

Se è vero che a pensar male si fa peccato, è altrettanto vero che il più delle volte ci si azzecca e quindi sconteremo le nostre colpe, ma rimaniamo dell’idea che questo continuo muro con i Governi nazionali abbia scopi propagandistici più che politici e di vera difesa dell’impianto autonomisitico e delle sue competenze.

 

I temi sono i più vari: dalle materie venatorie a quelle sul personale provinciale; dalle scuole all’autostrada A22 e, talora come nel caso preso qui in esame, si tratta perfino di questioni, anche di rilevanza costituzionale, che l’opposizione consiliare aveva evidenziato, a suo tempo, peraltro nella completa indifferenza della Giunta e che segnano un ulteriore accentuarsi di quegli irrigidimenti reciproci che danneggiano soprattutto la comunità e che sono all’opposto della cultura del confronto che sempre deve connotare il dispiegarsi della specialità.

 

In una simile situazione, l’autonomia logora sé stessa e viene proposta al confronto con le altre Regioni sempre e solo come avversaria dello Stato e come fonte di ingiustificati “privilegi”, contribuendo così a quella vasta campagna di critica regionale alle autonomie speciali che sta connotando gli ultimi anni.

 

A fronte di tutto ciò, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

 

- quanti sono stati, dall’inizio della corrente Legislatura e quali esiti hanno avuto, i provvedimenti di impugnativa governativa di norme e disposizioni della Provincia autonoma di Trento;

 

- se la Giunta provinciale non ritenga necessario trovare forme di approccio e di dialogo diverso e preventivo con l’Amministrazione statale, al fine di superare questa pericolosa e costosa fase di costante contrapposizione;

 

- come intende procedere la Giunta provinciale nel caso in cui anche quest’ultimo atto di impugnativa in materia di personale provinciale venisse respinto dalla Corte costituzionale.

 

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti