GRUPPO PDT: "Bene il bonus energia ma no alle discriminazioni"

Registriamo con soddisfazione che oggi la Giunta provinciale ha approvato un intervento a favore delle famiglie più in difficoltà per far fronte all’emergenza innescata dal forte aumento del costo dell’energia, così come noi del Partito Democratico del Trentino abbiamo chiesto con un ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale. Peccato che la Giunta non perda il vizio della discriminazione tra famiglie fragili.
Trento, 25 marzo 2022

Infatti oltre ai requisiti Isee e Icef, si prevede che per ottenere l’aiuto sia anche necessario essere residenti in Italia da 10 anni.

E qui siamo alle solite! Dopo la bocciatura da parte dei Tribunali dei 10 anni per l’accesso agli alloggi popolari e l’impugnazione sui 10 anni per il bonus bebè, ora anche per avere accesso al bonus energia viene previsto questo requisito di gran lunga più escludente di quanto previsto dalle leggi.

In pratica, ad esempio, a chi risiede in Trentino già da 9 anni, lavora in Trentino, paga le tasse in Trentino, manda i figli a scuola in Trentino ecc., la Giunta Fugatti dice che non potrà avere diritto ad un aiuto per pagare le bollette, diversamente da quanto accade nel resto del Paese e per gli altri cittadini. E questo perchè in Trentino la politica leghista deve tenere fede anche in questo momento così delicato alla sua tradizionale inclinazione discriminatoria e alla becera ansia di esclusione e marginalizzazione dello straniero. Una politica ottusa, che perfino i sovranisti che governano le altre Regioni italiane hanno abbandonato da tempo, perché non solo anticostituzionale ma inutile e dannosa visti i maggiori costi che si rischia di generare in termini di aiuti e assistenza dei servizi sociali pubblici.

In questi giorni di forte esposizione mediatica del Presidente Fugatti e della sua Giunta pensavamo che qualcosa fosse davvero cambiato. Invece l’affannosa attività social in favore dei rifugiati ucraini si dimostra a questo punto in tutta la sua ipocrisia. Non si capisce infatti come possa conciliarsi la vicinanza espressa a parole verso chi arriva in queste settimane in Trentino con una scelta politica ed amministrativa che ancora una volta divide i cittadini trentini in serie A e B e punta intenzionalmente a discriminare proprio i nuclei famigliari più fragili per difficoltà occupazionale e abitativa.