Nei giorni scorsi il Consiglio delle Autonomie Locali ha dato il via libera all'intesa con la Provincia per la metanizzazione di 47 Comuni del Trentino occidentale, dalla Val di Non alla Val di Sole fino alle Giudicarie, che oggi non sono raggiunti dal metano e si riscaldano con il gasolio.
Trento, 22 marzo 2022
Tale iniziativa risponde alle giuste aspettative dei territori ed è coerente con gli obiettivi che la Provincia si è data con la Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile (SproSS), e mira ad attivare investimenti finalizzati a superare le fonti di energia maggiormente inquinanti.
È però evidente che i recenti eventi impongono un supplemento di riflessione verso gli investimenti in campo energetico, soprattutto con riferimento al gas. Il tema dell’energia negli ultimi mesi è infatti tornato ad essere centrale, dapprima per il forte aumento dei prezzi delle fonti energetiche e successivamente all’invasione dell’Ucraina anche in termini di sicurezza nazionale. Ma anche per l’ampio dibattito, anche locale, sviluppatosi attorno ai temi dello sfruttamento idroelettrico e delle comunità energetiche.
Nella relazione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) dello scorso gennaio sulla sicurezza energetica nella fase di transizione ecologica si dice che “il gas naturale costituisce un’importante se non indispensabile fonte energetica di transizione ma viene anche evidenziato come “l’impennata dei prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale espone l'Europa al rischio di blackout energetici”.
Alla luce degli stravolgimenti globali degli ultimi mesi è ipotizzabile un forte ripensamento delle strategie energetiche nazionali ed europee di medio-lungo periodo e si ritiene quindi opportuno un supplemento di valutazione anche per le azioni in capo alla Provincia. Per questo, visti anche i costi molto alti necessari per la diffusione dell’infrastruttura per la distribuzione del gas metano, in data odierna il Consigliere Manica del Gruppo del PD del Trentino ha depositato un’interrogazione (qui allegata) per sapere dalla Giunta provinciale se il progetto di estensione della rete di distribuzione del gas metano è stato rivalutato alla luce del nuovo scenario globale e se esistono - e in tal caso se sono state valutate - per i territori interessati delle soluzioni alternative alla costruzione della rete di distribuzione del gas metano.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE:
Esistono alternative all’estensione della rete del gas?
Nei giorni scorsi il Consiglio delle Autonomie Locali ha dato il via libera all'intesa con la Provincia per la metanizzazione di 47 Comuni del Trentino occidentale, dalla Val di Non alla Val di Sole fino alle Giudicarie, che oggi non sono raggiunti dal metano e si riscaldano con il gasolio. La Provincia, a quanto è dato sapere, pubblicherà il bando di gara in autunno.
Tale iniziativa è coerente con gli obiettivi che la Provincia si è data con la Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile (SproSS), in cui si prevede di “ampliare la rete di distribuzione del gas metano alle aree non ancora servite nella parte occidentale del Trentino” e di attivare investimenti finalizzati a superare le fonti di energia maggiormente inquinanti.
Il tema dell’energia negli ultimi mesi è tornato ad essere centrale, dapprima per il forte aumento dei prezzi delle fonti energetiche e successivamente, in seguito alle tensioni geopolitiche originate dall’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina, anche in termini di sicurezza nazionale e per il rischio di interruzione degli approvvigionamenti. Ma anche per l’ampio dibattito, anche locale, sviluppatosi attorno ai temi dello sfruttamento idroelettrico e delle comunità energetiche.
Lo scorso gennaio il tema energetico è stato anche oggetto di una relazione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), avente ad oggetto la sicurezza energetica nell'attuale fase di transizione ecologica, trasmessa ai Presidenti di Camera e Senato in data 13/01/2022.
Nella relazione del Copasir si legge, tra le altre cose, che “lo scenario attuale presenta ulteriori debolezze legate all'incremento dei prezzi, in particolare del gas, che si è registrato negli ultimi mesi e che verosimilmente rischia di contrassegnare anche il 2022”, e che “l'insieme di questi fattori si ripercuote inevitabilmente sul grado di sicurezza energetica, definita dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) come “la disponibilità ininterrotta di fonti energetiche affidabili ad un prezzo 4 accessibile", quindi la disponibilità di una fornitura adeguata di energia a un prezzo ragionevole. La sicurezza energetica è costituita in primo luogo dalla sicurezza dell’approvvigionamento, tanto che la sua diversificazione è tradizionalmente la prima finalità delle politiche del settore, posto che la differenziazione delle fonti di approvvigionamento consente di fronteggiare le conseguenze di eventuali interruzioni da parte di uno dei fornitori.”
Nella relazione si evidenzia che “in maniera sostanzialmente concorde, i soggetti auditi dal Comitato nel corso dello svolgimento dell’indagine conoscitiva hanno evidenziato come il gas naturale costituisca un’importante se non indispensabile fonte energetica di transizione – come peraltro si accinge riconoscere l’Unione Europea nella tassonomia delle cosiddette fonti energetiche green – anche sotto il profilo che riguarda la filiera produttiva ed industriale ad esso connessa. In primo luogo va considerato che la rete di distribuzione del gas naturale italiana risulta in massima parte già predisposta o adattabile senza eccessiva complessità al trasporto di idrogeno”, e che “il gas naturale sembra rappresentare una risorsa irrinunciabile nel breve-medio termine in attesa che possa completarsi la transizione energetica”. Ma viene anche evidenziato come “l’impennata dei prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale espone l'Europa al rischio di blackout energetici. Il timore è che in un sistema di approvvigionamento energetico estremamente interconnesso come quello europeo, lo spegnimento di una singola centrale – ad esempio per mancanza di carburante - possa generare una reazione a catena in vari Stati membri”.
La stessa SproSS pone però come obiettivo a medio termine per la Provincia quello di “promuovere un maggior ricorso all’energia prodotta da fonti rinnovabili, tramite implementazione degli orientamenti e delle misure inseriti nel PEAP 2021-2030”. Alla luce degli stravolgimenti globali degli ultimi mesi è ipotizzabile un forte ripensamento delle strategie energetiche nazionali di medio-lungo periodo e si ritiene quindi opportuno valutare anche le strategie e le azioni in capo alla Provincia alla luce delle nuove condizioni determinate dai nuovi assetti geopolitici.
Tutto ciò premesso, e alla luce dei costi molto alti necessari per la diffusione dell’infrastruttura per la distribuzione del gas metano,
si interroga la Giunta provinciale per sapere
A norma di regolamento si chiede risposta scritta.
cons. Alessio Manica