Aumento dei costi energetici e della produzione alimentare: quali strategie della provincia?

A fronte di una situazione che va facendosi sempre più pesante, a causa dell’aumento dei costi dell’energia che influiscono su tutti gli aspetti dell’economia dei territori, il settore agricolo e della produzione alimentare pare essere esposto a gravi rischi, la cui rilevanza si ripercuote sulle famiglie, già provate dalla pandemia e della generalizzata crisi economica che ha investito il mondo intero.
Trento, 21 febbraio 2022

 

I prezzi salgono vertiginosamente, mentre i salari sono fermi ed i bilanci delle imprese volgono al “rosso”. Si tratta di una situazione difficile e pericolosa.

Contenere la bolletta energetica diventa quindi essenziale ed a tale proposito il Consigliere provinciale del PD Luca Zeni, ha depositato oggi una specifica interrogazione per sapere cosa intende fare la Giunta provinciale sul versante delle politiche agricole e del rincaro dei costi energetici, nella scia di quanto già sta adottando il Governo Draghi e come si muove per contenere i costi all’ ingrosso ed al dettaglio dei prodotti alimentari, con particolare riguardo a quelli di produzione locale.

 

IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE:

 

QUALI POLITICHE PROVINCIALI PER L’ AUMENTO DEI COSTI DELLA PRODUZIONE ALIMENTARE?

 

L’aumento vertiginoso dei costi dell’energia, non sta solo colpendo i segni di ripresa dell’economia nazionale e locale, ma sta incidendo in modo gravissimo anche sulla tenuta complessiva del sistema aziendale, in Trentino come altrove.

Imprese, negozi ed aziende paiono, ogni giorno di più, in ginocchio per la somma di alcuni fattori negativi, dalla pandemia alle crisi internazionali al prezzo dell’energia, prospettando così un pesante rischio di regressione che potrebbe far cadere ogni prospettiva di sviluppo.

Fra i tanti settori penalizzati, quello agricolo e dell’intera filiera alimentare risulta un possibile volano di ulteriore aggravio per le famiglie. Infatti, come sottolinea anche la “Coldiretti” trentina, gli ultimi dati sull’andamento dell’inflazione - spinta dal record dei costi del gas, dell’energia e del petrolio - indicano un corposo rincaro dei prodotti alimentari all’ingrosso prima e, conseguentemente, al dettaglio poi.

Come noto, la speculazione, che sempre si affaccia in simili frangenti, alimenta il costo dell’energia che, a sua volta, si riflette sulle produzioni agricole e sul carrello della spesa, impoverendo ancor più le famiglie, già messe a dura prova dalla restrizioni imposte dalla pandemia e minando l’esistenza stessa di molte realtà produttive di dimensioni medio-piccole.

I prezzi salgono vertiginosamente, mentre i salari sono fermi.

Anche i bilanci delle imprese ne escono fortemente compromessi, costringendo spesso gli agricoltori a vendere sottocosto i propri prodotti al punto che, secondo i dati di Coldiretti, a fronte di un euro totale di spesa del consumatore finale per l’acquisto di prodotti alimentari, l’agricoltore percepisce meno di 15 centesimi di remunerazione.

Va da sé che si tratta di una situazione insostenibile e che, se in Trentino non tocca ancora i livelli dell’economia di pianura o di altre realtà più deboli della nostra, necessita di urgenti provvedimenti di sostegno e di intervento, nel quadro delle politiche agricole e dei prezzi, sia nazionali come comunitarie.

Contenere quindi la “bolletta energetica” diventa strategico e prioritario per l’intera filiera agricola, mentre va pensata una strategia complessiva di programmazione per fronteggiare i rischi connessi ad una crescita incontrollata dei costi e quindi dei prezzi. Non è solo un problema economico, ma anche sociale, proprio perché la questione può alimentare sacche di protesta e di esasperazione che potrebbero generare altri e ben più gravi problemi di tenuta sociale.

A fronte di questa drammatica situazione è urgente che la politica, ad ogni livello, si impegni nel fornire risposte credibili, non limitandosi a deboli interventi “una tantum” di contribuzione pubblica, bensì elaborando un progetto, appunto politco, entro il quale calmierare i problemi e definire soluzioni condivise, nei limiti del possibile.

Una forte pressione sulle politiche agricole comunitarie va quindi esercitata subito, soprattutto da parte di quei territori di montagna che più di altri già sono in sofferenza. In secondo luogo va riorganizzata probabilmente la spesa pubblica, rinunciando a singole operazioni finalizzate più al consenso che non alla reale utilità come nel caso del discutibile finanziamento all’acquisto dei “carri- ponte” e optando invece per una pianificazione degli interventi e dei sostegni. Infine, va esercitata ogni possibile pressione, affinché un territorio come il nostro che è produttore di energia elettrica possa essere messo in condizione di agevolare la propria realtà, anche attraverso apposite scelte concordate con i concessionari ed i produttori locali di energia.

 

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- cosa la stessa intenda fare, nell’immediato ed in prospettiva e sotto il profilo delle politiche agricole, per affrontare i molti problemi connessi al rincaro dei costi dell’energia per le imprese agricole, anche agendo a livello ministeriale e comunitario;

- cosa si intende fare per cercare di contenere i costi all’ingrosso ed al dettaglio dei prodotti alimentari, con particolare riguardo a quelli di produzione locale.

 

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

 

Distinti saluti.

 

                                                                                           avv. Luca Zeni