Vasco, affondo del Pd sul live. E gli atti finiscono in Procura

 Il «caso politico» sulla sicurezza del concerto di Vasco Rossi potrebbe trasformarsi in «caso giudiziario». I documenti portati a galla dal Partito Democratico circa la prima valutazione negativa della commissione di vigilanza sull’idoneità dell’area di San Vincenzo ad ospitare un evento da 120 mila persone, oltre alle supposte «pressioni» sul dirigente della polizia amministrativa per ritirare il verbale della riunione, sono stati inviati all’attenzione della Procura di Trento dallo stesso Pd.
D. Baldo, "Corriere del Trentino", 20 febbraio 2022

 

«Un atto dovuto — fa sapere il gruppo consiliare — a cui non abbiamo dato pubblicità perché esula dalla questione politica. Venuti in possesso di documenti attraverso l’accesso agli atti, era doveroso informare la magistratura». Non si tratta di un esposto ma di una semplice segnalazione: «Se la Procura valuterà estremi di reato procederà di sua sponte, dentro il quadro dell’obbligatorietà dell’azione penale».

Ma facciamo un passo indietro. Il consigliere provinciale Luca Zeni a inizio anno ottiene tutta la documentazione sulla prima riunione della Commissione provinciale di vigilanza, datata 27 ottobre. «Da un primo esame si ritiene che l’area di San Vincenzo non sia idonea per ospitare un evento con la presenza di 120.000 persone— si legge nel verbale — mancano vie di fuga, non è garantita la scurezza», prospettando anche «travolgimenti e schiacciamenti delle persone coinvolte da un eventuale evento avverso».

Ma ancor prima del verbale di ottobre, Zeni entra in possesso del carteggio datato 27 luglio tra il dirigente del Servizio di polizia amministrativa Marzio Maccani e il dirigente del Dipartimento artigianato, commercio, promozione, sport e turismo, Sergio Bettotti, nel quale Maccani lo invita a «fare una seria valutazione in merito al prospettato concerto di Vasco Rossi che, inspiegabilmente, non è stato in alcun modo e in alcuna forma oggetto della preventiva necessaria e obbligatoria valutazione da parte della commissione provinciale di vigilanza». Maccani suggerisce a Bettotti «di non firmare contratti prima di tale formale valutazione». E ancora, dentro la documentazione, emergono le famose presunte «pressioni», con Maccani, che ricorda un incontro con il governatore Maurizio Fugatti, l’assessore Roberto Failoni, il direttore generale Paolo Nicoletti e il capo della Protezione civile Raffaele De Col: «Sono stato pesantemente accusato per quanto deliberato dalla commissione e sono stato ripetutamente “invitato (!!!)” ad annullare tale verbale».

L’ultima puntata di questa vicenda risale a pochi giorni fa quando, in un intervento in consiglio provinciale, il consigliere Zeni ha accusato l’amministrazione provinciale di aver esercitato «pressioni indebite sulla commissione di vigilanza». «Siamo venuti a conoscenza di ulteriore documentazione che aggrava il quadro — ha affermato Zeni — e le pressioni per annullare il verbale e tenerlo nascosto sono confermate anche dal presidente della commissione di vigilanza». Tutte queste rimostranze del Pd sono state liquidate come «illazioni» da parte del governatore Fugatti. Ora, se si tratti di pressioni o di illazioni, lo potrebbe decidere la Procura: tutta la documentazione arrivata nelle mani del Pd è stata infatti inviata alla magistratura.