Diritti e dignità. Queste sono state le parole più ricorrenti nel discorso al Parlamento del Presidente Mattarella, insieme all'auspicio che le disugualiganze territoriali e sociali che attraversano la nostra società vengano meno.
Alessandro Olivi, 6 febbraio 2022
Dopo gli applausi (di tutti) ad un discorso di chiara matrice progressista ognuno adesso faccia la sua parte.E allora mi rivolgo al Presidente Fugatti, al quale chiedo una risposta pubblica, per sollecitarlo a compiere un atto, tutt'altro che simbolico, per dimostrare che passata la sbornia della propaganda anche la sua Giunta è disponibile a contribuire a questo appello a una necessaria ricomposizione sociale eliminando una delle più "cattive" delle disuguaglianze.
Mi riferisco a quella che in Trentino colpisce i bambini. Con inspiegabile pervicacia, infatti, la Giunta ha introdotto e insiste nel mantenere un meccanismo di esclusione per i nuovi nati: nella nostra Provincia il bonus bebè può essere concesso infatti solo alle famiglie che hanno la residenza in Italia da almeno dieci anni. Una scelta dal sapore discriminatorio, e perfino sbagliata, perché non aiuta a contrastare il calo demografico. Servirebbe ben altro, a partire dal sostegno al lavoro delle donne, dalla conciliazione lavoro-famiglia, da servizi di prima infanzia più estesi, ovvero da un welfare universalistico che promuova dignità e inclusione.
Su questi temi invece le idee e i provvedimenti della Giunta appaiono di retroguardia.Il Trentino è sempre stato innovatore in questo campo anticipando e sperimentando soluzioni che hanno ispirato le riforme nazionali. È stato così per il reddito di garanzia, per l'assegno unico, per gli ammortizzatori sociali nel lavoro. La nostra tradizione si ispira un approccio universalistico su base territoriale fondato sulla piena collaborazione tra istituzioni, corpi intermedi, reti sociali di cittadinanza attiva.Adesso invece si torna indietro all'insegna dello slogan "prima i trentini".Ma prima di chi?
Solo una politica sorda e cieca oggi può pensare di far crescere le nostre comunità con l'esclusione e il perseguimento di anacronistici primati identitari. Dobbiamo mettere al centro le persone e la loro dignità, il lavoro, l'istruzione perché solo da una comunità uguale e solidale nasce sviluppo e crescita.Lo sanno bene anche le imprese, che senza una politica di seria integrazione non ci saranno in futuro risorse umane per essere competitivi sul piano economico. Della "necessità di integrare e far integrare chi lavora nelle nostre imprese e nelle nostre comunità" ha parlato di recente anche il presidente di Confindustria Trento Manzana.E allora torniamo ai bambini.
La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali, perché in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione e con l'articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, le norme che escludono dalla concessione del bonus bebè e dell'assegno di maternità i cittadini di paesi terzi ammessi a fini lavorativi. Direi che basta e avanza.In Trentino sugli incentivi alla natalità vigono limiti più stretti di quelli voluti dal legislatore nazionale, e anche dalle Regioni a guida della Lega, che infatti ammettono le famiglie ad accedere all'assegno unico per i figli sulla base del solo requisito della residenza in Italia da soli due anni.Prima ancora che imbattersi nell'ennesimo contenzioso costituzionale che già tanto è costato alla nostra Provincia, soprattutto in termini di credibilità dell'Autonomia, è necessario compiere un atto di giustizia e dignità politica.
Lo hanno chiesto in una variegata petizione associazioni cattoliche e laiche, sindacati, esperti e studiosi: eliminare ogni forma di esclusione perché tutti i bambini sono uguali, hanno gli stessi bisogni, devono avere le stesse opportunità di crescita. A ricordarcelo è anche la Dichiarazione Universale dei diritti del fanciullo approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.Allora caro Presidente Fugatti togliamo questa brutta e inutile barriera dei dieci anni. Serve un atto di apertura e civiltà che Le chiedo di compiere senza alcuna abiura.Per farlo, insieme, Le chiedo di convincere la Sua maggioranza a votare prima possibile la proposta di legge n. 104/XVI che ho depositato nel giugno 2021, chiudere questa brutta parentesi e confermare la tradizione di un Trentino solidale.