Forse Vasco potrebbe cominciare con questo “classico” di Gianni Morandi il prossimo concerto a Trento. Apprendiamo infatti dall’ing. De Col nuovi e curiosi dettagli relativi all’approntamento della cosiddetta “Trentino Music Arena” sull'area San Vincenzo a Trento, un approntamento che sta assumendo sempre più i toni di una farsa, per quanto piuttosto costosa per le casse pubbliche.
Alessio Manica, 14 gennaio 2022
Si conferma così, dopo il “nodo sicurezza”, il costante brancolio nell'improvvisazione per un'avventura iniziata alla cieca e proseguita, fino ad oggi, un po’ a casaccio. Quella infatti che la Giunta provinciale sta vendendo, oramai da sei mesi e con toni trionfalistici, come un'area idonea ad ospitare enormi eventi musicali, altro non è che un “grande prato verde” con delle infrastrutturazioni provvisorie e parziali. Proprio così, infatti ogni altro intervento necessiterebbe dell'adozione di una variante urbanistica al P.R.G. di Trento, come avevo sollevato in una interrogazione dello scorso ottobre, invariabilmente rimasta senza risposta alcuna.
D’altronde, forse è meglio così. “Un grande prato verde” con meno danni e la possibilità di un’area disponibile ad essere ripensata e rigenerata, anche se ciò comporterà il sacrificio dell’estirpazione di numerosi ettari di vigneto e di frutteto, peraltro nel silenzio più totale del mondo agricolo. E’ evidente che l'idea di inaugurazione del “grande prato verde”, improvvisamente denominato “Trentino Music Arena”, è sempre stata solo una scusa necessaria a giustificare la corposa spesa di denaro pubblico per un concerto, il grande capriccio del Presidente. Non c'era e non c’è, a tutt'oggi, alcuna vera idea di utilizzo di quell'area e non ci resta che sperare, una volta conclusa la farsa, che si possa finalmente tornare a ragionare in modo serio e secondo logiche di vera programmazione, coinvolgendo da subito e con ruoli di protagonismo anche il Comune di Trento.
Qualcuno poi dovrebbe pur dire al Vasco nazionale che non c'è nessuna arena da inaugurare, ma solo un “grande prato verde”, nella speranza di un clima clemente per la crescita di una fresca erbetta omogenea su tutta la zona. Non sia mai che serva un’ulteriore impegno di spesa per 27 ettari di erba in rotoli, tanto per poter cantare: “C’è un grande prato verde, dove nascono speranze…..”