TRENTO Eletto nell’autunno del 2020, Franco Ianeselli la prossima settimana dovrà affrontare il suo secondo bilancio, che conclude il suo primo intero anno da sindaco di Trento: «Fare il sindaco è davvero il lavoro più bello del mondo. Un lavoro intenso — ammette — ma intenso è anche il rapporto diretto con i cittadini. Sento addosso una grande responsabilità. Nel mio lavoro ci sono spesso preoccupazioni, a volte anche incomprensioni, ma anche tante soddisfazioni».
D. Baldo, 19 dicembre 2021
Tra le preoccupazioni, quella della pandemia. Com’è la situazione del contagio?
«C’è sicuramente un aumento dei casi, ma si sta realizzando l’inverno che avevamo immaginato. Non si pensava certo alla fine di ogni restrizione, ma l’obiettivo era avere la città dello scorso anno. Oggi ci sono i mercatini e il nostro Bondone è aperto. Le persone passeggiano per la città, e seppur con la mascherina sembrano felici di poter vivere un Natale più caldo e più vivo rispetto all’ultimo vissuto in lockdown».
Come ha risposto la città a questi lunghi mesi di emergenza Covid?
«Sono orgoglioso della mia città. Orgoglioso per la grande resistenza dimostrata, per il senso di comunità che si è espresso anche nel volontariato, per quella compostezza con cui i trentini sanno affrontare le difficoltà. La pandemia ha colpito tutti, ma soprattutto le persone più fragili, anche a Trento, e verso queste persone l’impegno dell’amministrazione deve concentrarsi».
In particolare?
«Le persone che si sentono sole, che spesso vivono il loro disagio nel silenzio. Persone anziane ma anche giovani, che vedono un aumento di casi di depressione e ansia. Essere comunità significa anche trovare i modi per far sentire meno sole queste persone».
Dicevamo che la prossima settimana sarà discusso il primo vero bilancio dell’amministrazione Ianeselli.
«La prima vera manovra economica è stata quella di assestamento dello scorso luglio. In quell’occasione abbiamo aumentato gli investimenti e tentato di dare il nostro contributo per la ripartenza. Mentre con questo bilancio, tra le altre cose, confermiamo gli impegni sulle rette degli asili. E non era scontato confermare un milione di euro per garantire l’azzeramento della retta per il 50% delle famiglie e una media per le restanti di 50 euro».
Festival dell’Economia e concerto di Vasco Rossi. Dapprima lo strappo con la Provincia, poi la ricucitura.
«Le istituzioni devono collaborare. Anche se devo dire che entrambi gli eventi, decisi unilateralmente dalla Provincia, hanno messo a dura prova la dinamica di questa collaborazione. Ma la mia giunta non lavora per boicottare, convinta che sia sempre necessario trovare le soluzioni possibili. Certo, se da parte della Provincia ci fosse maggiore considerazione per il suo capoluogo il dialogo sarebbe migliore».
Quindi, come affronta l’amministrazione comunale il Festival dell’Economia?
«Collaboriamo con l’organizzazione senza essere promotori. E siamo contenti che con un’interlocuzione con Provincia, Ateneo e Sole24Ore si sia dato spazio agli economisti dell’Università di Trento nel comitato scientifico».
Sul concerto di Vasco?
«Abbiamo concordato con la Provincia che per il grande sforzo organizzativo il Comune di Trento dovrà avere dei ristori sulle spese sostenute. Ma oltre il concerto, all’amministrazione interessa il futuro dell’area di San Vincenzo. Che è di proprietà della Provincia, è vero, ma la pianificazione urbanistica rimane al Comune. Noi pensiamo a un’area verde dedicata a tempo libero, sport e attività ricreativa».
Circonvallazione. Questa è stata la settimana del dibattito pubblico. Un bilancio?
«Positivo. Ora è l’importate che ai dubbi si diano risposte e che le preoccupazioni siano raccolte. Serve un’azione di ricucitura su Trento nord? Certo. C’è preoccupazione per le bonifiche? C’è, inutile negarlo. È necessario insistere sulla richiesta di rigore e trasparenza? È indubbio. Vibrazioni? Impatto dei cantieri? Servono risposte e proposte concrete per limitare i disagi. Su tutto questo il Comune farà il massimo».
Però il Comune è stato contestato.
«Due cose mi hanno ferito, anche a livello personale. Quando qualcuno degli oppositori dell’opera si alza e si arroga il diritto di dire che solo lui sa cosa vogliono i cittadini e quando si insinua che si costruisce la circonvallazione perché c’è chi ne trarrà un tornaconto. Si possono avere tante posizioni, e tutte sono legittime e da considerare, ma vorrei che non fosse mai messo in dubbio che tutti vogliono il bene della città».