Spiace constatare ancora una volta come la Giunta provinciale, in piena emergenza, navighi sempre a vista ed in proposito, il Consigliere provinciale del P.D. Luca Zeni ha depositato oggi un’interrogazione, rilevando le molte carenze organizzative della Giunta provinciale.
Trento, 2 dicembre 2021
Dall’assenza di disposizioni omogenee per i mercatini di Natale, all’elasticità rispetto all’obbligo di green pass sulle piste da sci; dagli scarsi controlli iniziali per gli accessi a scuola in mancanza di tamponi, alle perplessità ingiustificate sul vaccino ai minori; dalla richiesta di accesso sui mezzi pubblici senza green pass per gli studenti, alla presenza, fra i consiglieri più ascoltati dal Presidente Fugatti di uno dei leader della protesta “no vax” come da quest’ultimo affermato sulla stampa locale.
Il settore dove poi è richiesto il maggior rigore possibile è quello sanitario e, già dalla scorsa primavera, una legge nazionale ha previsto l’obbligo di vaccinazione per tutto il personale sanitario. Ma in Trentino anche l’applicazione di questa norma è andata molto a rilento, tanto che oggi risulta che vi sia ancora personale sanitario non vaccinato che continua a lavorare in Case di riposo ed in strutture private.
A fronte di tutto ciò, Zeni interroga la Giunta provinciale per sapere per quali motivi l’ A.P.S.S. non dia completa attuazione alla normativa nazionale sull’obbligo vaccinale; se non si ritenga troppo lungo un periodo di sei mesi per verificare la situazione di solo alcune centinaia di operatori; quando si pensa di procedere alle sospensioni dei non vaccinati nelle strutture private convenzionate e nelle case di riposo e se la verifica dell’obbligo per la terza dose seguirà procedure più serie, chiare e trasparenti.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE
Mentre nelle dichiarazioni ufficiali la Giunta provinciale mantiene una posizione favorevole alla vaccinazione, proseguono le decisioni ambigue in merito all’obbligo del green pass e al rigore nell’attuazione delle disposizioni nazionali. Recentemente uno dei leader del movimento no vax in Trentino, in un’intervista su un quotidiano locale, ha rivendicato il proprio ruolo di consigliere privilegiato del Presidente Fugatti e della Giunta leghista, e non sappiamo quanto questa vicinanza incida sulle scelte dell’esecutivo.
Dalla mancanza di disposizioni omogenee sui mercatini, alle richieste di elasticità rispetto all’obbligo di green pass sulle piste da sci; dall’iniziale mancanza di controlli per gli accessi alle scuole alla mancanza di tamponi in caso di positività, come invece nel resto del Paese; dalle perplessità sui vaccini ai minori, alla richiesta di accesso senza green pass sui mezzi di trasporto, peraltro uno dei luoghi di maggior contagio.
Uno dei settori nei quali è necessario maggior rigore è all’interno del mondo della sanità, poiché la presenza di persone fragili, malate, in ambienti ad alto rischio di contagio come gli ospedali, richiede un’attenzione altissima. Per questo già dalla scorsa primavera la legge nazionale ha previsto l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario.
Tuttavia in provincia di Trento l’attuazione di tale obbligo è apparsa da subito procedere molto a rilento. Le procedure adottate dall’APSS, ad esempio con l’utilizzo di lettere raccomandate invece che di Pec, sono state particolarmente macchinose, e i controlli delle giustificazioni addotte da chi non voleva vaccinarsi particolarmente lenti.
Nonostante siano passati ormai molti mesi dall’entrata in vigore dell’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario, nella nostra provincia risulta ancora incompleta l’attuazione. Alla data del 2 novembre 2021 erano 923 “gli atti di accertamento inviati ad operatori sanitari inadempienti all’obbligo vaccinale”; di questi l’APSS comunicava allo scrivente consigliere in una risposta ad una richiesta di accesso agli atti, che le sospensioni erano state 117 nel mese di settembre (poi ridotte a 94) e 150 nel mese di ottobre. Purtroppo la risposta risultava lacunosa, e non riportava, come richiesto, “le informazioni relativamente al numero di coloro in attesa di valutazione da parte della commissione aziendale perché hanno presentato delle giustificazioni per il mancato vaccino; quanti sono in attesa di completare il ciclo vaccinale; quanti sono stati sospesi dal proprio ordine professionale, ma lavorano presso l'Azienda in attesa del completamento del ciclo vaccinale”.
Ancora oggi risulta che vi sia personale sanitario non vaccinato che continua a lavorare, anche in Case di riposo e in strutture private convenzionate, in attesa dei provvedimenti dell’Azienda sanitaria che consentano loro di procedere con le sospensioni. In particolare nelle APSP risulterebbero sospesi ad oggi soltanto 13 infermieri su 76 non vaccinati, 8 fisioterapisti su 14 non vaccinati e 130 OSS su 274 non vaccinati.
Trento, 2 dicembre 2021