Nell’ansia di non scontentare nessuno e sempre alla ricerca esclusiva del consenso, la Giunta provinciale non recepisce le indicazioni dei Ministeri della Salute e dell'Istruzione in materia di gestione dei contatti e di quarantena in caso di infezione da Covid in ambito scolastico.
Luca Zeni, 25 novembre 2021
Forse non si vogliono disturbare i “no vax”; forse si è deciso di scegliere una strada più comoda e meno impegnativa di quella nazionale; forse si ritiene opportuno penalizzare le famiglie piuttosto che adeguare il sistema trentino al più evoluto modello nazionale di controllo e di equilibrio fra tracciamento e verifica dei contatti e della frequenza scolastica.
Qualunque sia la motivazione, oggi comunque in Trentino permangono ancora procedure obsolete che allungano in maniera indistinta e generalizzata la quarantena per tutti, penalizzando in tal modo studenti e famiglie.
A tale proposito, il Consigliere provinciale del P.D. del Trentino, Luca Zeni, ha depositato oggi un'interrogazione (qui allegata) per chiedere alla Giunta provinciale il motivo del mancato recepimento delle indicazioni ministeriali e se tale scelta sia dettata dalla volontà di non scontentare le famiglie “no vax” ed infine se la volontà di mantenere il vecchio sistema di quarantena per due settimane senza tampone finale sia più facile sotto il profilo organizzativo, ma meno rigoroso e più penalizzante per l’utenza tutta del sistema scolastico provinciale.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE:
Interrogazione n.
Protocolli covid per la scuola in Trentino per non infastidire i no vax?
La giunta provinciale trentina negli scorsi mesi ha spesso tenuto posizioni ambigue sul tema vaccini. Se da un lato raccomandava naturalmente la vaccinazione, dall’altro evitava decisioni chiare in molti settori. Dall’ingresso nelle scuole ai mercatini, dalle sospensioni per i sanitari non vaccinati ai cortei no vax, spesso la giunta ha evitato di entrare in contrasto con i no vax. Anche rispetto all’apertura delle piste da sci, la posizione era molto “elastica”, con l’assessore al turismo che sosteneva essere sbagliato differenziare tra vaccinati e non vaccinati, e anche sul green pass chiedeva controlli non troppo rigorosi. Soltanto negli ultimi giorni pare che il Presidente Fugatti si stia allineando alla posizione del governo e delle altre Regioni, che chiedono rigore, proprio per evitare lockdown generalizzati, che sarebbero devastanti per il sistema socio economico.
Tuttavia l’ambiguità della giunta emerge in maniera nitida rispetto ai protocolli previsti per la scuola, con regole che appaiono sempre più contraddittorie rispetto ad una linea generale che differenzia sempre più tra vaccinati e non vaccinati, come deciso con il “super green pass”.
Lo scorso anno scolastico, con molte lezioni in DAD a tutti i livelli, è stato molto pesante per gli studenti, e per questo ha trovato larga condivisione la decisione della Provincia di prevedere la quarantena per le classi in presenza di due studenti positivi e non uno soltanto, come avveniva nel resto del Paese, con ordinanze e circolari del dicembre 2020.
Da allora il contesto è completamente cambiato. In particolare si è attivata in tutto il mondo una massiccia campagna di vaccinazione, che ha cambiato il quadro, ed oggi la battaglia politica più importante riguarda la capacità di vaccinare in maniera più elevata possibile la popolazione. A tal fine sono attive campagne per sensibilizzare alla vaccinazione, e in molti Paesi sono state adottate regole che differenziano le restrizioni tra vaccinati e non vaccinati. La stessa linea sarà in vigore a partire dal 6 dicembre in Italia.
Naturalmente anche per il mondo della scuola sono stati adottati nuovi protocolli, più articolati e approfonditi rispetto a quelli dello scorso anno. In particolare il Ministero della salute e il Ministero dell’istruzione, in data 6 novembre 2021, hanno inviato una nota tecnica “Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da Sars-Cov-2 in ambito scolastico”, contenente una serie di indicazioni molto articolate e puntuali, che disciplinano le modalità di gestione dei contatti in caso di positività al covid in un ambiente scolastico, al fine di trovare il corretto equilibrio tra rigore nel tracciamento e la verifica dei contatti e frequenza scolastica. Tali modalità risultano innovative soprattutto per la differenziazione – per gli studenti al di sopra dei 12 anni e per gli insegnanti – tra persone vaccinate e persone non vaccinate, le quali necessitano di diversi tempi di quarantena. In caso di positività, dalle elementari in poi, tutti i contatti vengono tamponati, ma la quarantena scatta soltanto in caso di tre positivi. In ogni caso i tempi di quarantena sono indicati tra i 7 e i 10 giorni, con tampone finale negativo.
Nonostante tali indicazioni siano state elaborate con il contribuito Istituito Superiore di Sanità, Ministero della Sanità, Ministero dell’Istruzione e Regioni, la Provincia Autonoma di Trento ha ritenuto di non recepirne alcuna. Infatti con circolare dd. 19 novembre 2021 del Dipartimento istruzione e cultura, a firma del dirigente Dottor Ceccato, la Provincia informa che dopo una valutazione da parte dell’APSS dd. 16 novembre 2021, “per il momento non si procederà alla sorveglianza con testing zero (T0) e in quinta giornata (T5)”. Pertanto rimangono in vigore le indicazioni della Provincia dd. 10 settembre 2021 e le Ordinanze del Presidente della Provincia dd. 31 maggio 2021 e 20 agosto 2021. Unica novità, nei servizi 0-6 anni, per il conteggio dei due positivi per sezione, si conteggeranno anche gli insegnanti.
Quindi, mentre nel resto d’Italia si provvede a un sistema molto articolato di controllo tempestivo con tampone per i contatti stretti dei positivi nelle scuole, prevedendone il rientro dopo 7 giorni se vaccinati, dopo 10 se non vaccinati, la nostra Provincia mantiene la regola per la quale, in caso di due positivi, si attiva una quarantena generalizzata di 14 giorni, senza tamponi finali in assenza di sintomi.
Tale procedura, rispetto a quella nazionale, sicuramente richiede meno fatica organizzativa per l’Azienda sanitaria, ma rischia di allungare in maniera generalizzata e indistinta la quarantena per tutti, di rendere meno rigoroso il tracciamento della pandemia, e di penalizzare studenti e famiglie.
Tanto premesso
interrogo il Presidente della Provincia per sapere
- per quale motivo non si siano recepite, almeno in parte, le indicazioni nazionali con i protocolli per la gestione dei contatti in caso di casi positivi nelle scuole, ad esempio riducendo da 14 a 10 (o 7 per i vaccinati) con tampone finale i giorni di quarantena, ed aumentando da 2 a 3 il numero di positivi per la quarantena di classe;
- se non si ritenga che la scelta di mantenere il vecchio sistema di quarantena per due settimane, senza tampone finale, in caso di due positivi in una classe, sia più facile dal punto di vista organizzativo, ma più penalizzante per le famiglie e meno rigorosa per il controllo del contagio;
- se la scelta di non recepire le indicazioni nazionali sia dovuta alla volontà di non scontentare le famiglie no vax, essendo i tempi di quarantena diversi per vaccinati e non vaccinati.
cons. Luca Zeni
Trento, 25 novembre 2021