La scelta degli industriali trentini di dedicare i lavori della loro assemblea al tema della centralità della persona e alla qualità della vita è un segnale importante. Come da cogliere è lo stimolo che le imprese del nostro variegato tessuto produttivo intendono rivolgere alla politica.
Alessandro Olivi, 14 ottobre 2021
Gli industriali chiedono una visione, una progettualità, un'idea di futuro del Trentino. Il contrario di una politica tutta ripiegata sulla cura affannosa dell'oggi.
Questa riflessione giunge alla nostra attenzione nel mentre le vicende che riguardano i lavoratori della Gkn a Firenze, della Whirlpool a Napoli, dell'ex Ilva a Taranto, per non dire di Alitalia, unite al numero crescente delle morti per infortuni sul lavoro, tormentano la coscienza del Paese.
Con toni durissimi il Papa ha recentemente definito "economia dello scarto" quella che spietatamente esclude chi non è produttivo o utile al profitto. Non è per niente scontato dunque che le imprese avvertano la responsabilità di dare un contributo di pensiero alla costruzione di una comunità più coesa. Il rischio di cadere nella retorica è elevato ma Confindustria Trento ha annunciato proposte concrete: a tutti noi il compito di ascoltarle.Il Trentino gode di condizioni economiche e sociali più solide di altri territori ma non saranno i naufraghi attorno al nostro scafo a confortarci. Già oggi infatti il nostro livello medio di reddito sconta una prolungata stasi; le persone a rischio di povertà sono in aumento e un'Autonomia che deve fare i conti con le restrizioni finanziarie non può funzionare come mera rendita di posizione.
La centralità della persona dunque non è una lessicale scorciatoia buonistica ma la via necessaria anche in Trentino per una nuova fase dello sviluppo inclusivo e sostenibile.
Non possiamo rimanere aggrappati al solo Pnrr, alla politica monetaria espansiva e alla bassa inflazione.
Sono necessarie coraggiose e strutturali riforme in grado di far evolvere la produttività del sistema a partire, non per ultima, dalla pubblica amministrazione.Certo, l'Autonomia consegna al tempo presente un prezioso lascito di umanità: il riscatto dalla povertà che ci ha afflitto fino a metà del secolo scorso; una rete di inclusione per i soggetti più deboli; politiche del lavoro innovative e un sistema di sostegno alle imprese ancorato alla qualità degli investimenti e alle ricadute sociali. Unitamente a una cultura della concertazione tra le istituzioni e le parti sociali che ci ha aiutato nel superamento di gravi crisi industriali. Basti ricordare l'addio della Whirlpool rimpiazzata da una sinergica operazione che ha creato le condizioni per l'insediamento dell'attività sostitutiva di Vetri Speciali salvaguardando l'occupazione.
Ma in futuro non basterà limitarsi a trotterellare fra i cespiti di questa eredità. Il cambiamento è vorticoso; i legami fra imprese e contesti locali si sono allentati; il mercato globale e la pandemia hanno reso tremolanti i tradizionali riferimenti, immergendoci nella «modernità liquida» di Zygmunt Bauman, con fratture sociali, anche devianti, come il vile assedio di sabato scorso alla sede Cgil. La dignità umana è scossa da un'inevasa domanda di senso, che reclama nuovi paradigmi, non misurabili in solo Pil. Allo scopo, la statistica elabora con merito una batteria di indicatori di Benessere Equo e Sostenibile - Bes, rivolti ai valori socio-culturali che sfuggono alla misura monetaria. È curioso come nella scuola la stessa sigla Bes si riferisca invece ai Bisogni Educativi Speciali: un doppio significato che tuttavia scruta il medesimo disagio, la disuguaglianza delle chance di crescita, a cui si può rimediare soltanto con comportamenti solidali e responsabili da parte di tutto il corpo sociale.
Ecco le parole-chiave che illuminano la visione politica di un futuro sostenibile: solidarietà e responsabilità. Usate da Mario Draghi nel commiato con Angela Merkel in merito all'Europa, sono mutuabili da un progetto di sostanziale umanizzazione dell'economia, che non si realizza per decreto né con annunci, ma con la qualità delle politiche, pubbliche e private. La lungimiranza e le riforme non possono soccombere alla ricerca del consenso immediato; la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e la sua sicurezza sono basilari; gli investimenti di sistema sono urgenti, ma non le rincorse a inutili feticci; le vocazioni del territorio reclamano sinergie con i poli d'innovazione; il tessuto economico va rinsaldato da legami di sistema, per i quali cooperazione e competizione devono convivere. Servono strategie condivise dalle parti sociali, rafforzate dalla rappresentatività sindacale e dalle relazioni industriali, come prefigura la proposta di legge provinciale che ho presentato insieme al Gruppo del Pd e che confido possa essere raccolta anche dall'impegno di Confindustria Trento. La centralità della persona si articola nella triplice sfida di «soddisfare il consumatore, promuovere il benessere della società e assicurare un profitto all'impresa». Lo insegna Philip Kotler, padre del marketing moderno e del suo principio fondante: nello scambio dev'esserci valore per tutti.
Sonny Colbrelli, che si è laureato campione europeo di ciclismo a Trento e ha poi trionfato nel fango della Parigi-Roubaix, ha ricordato che da giovanissimo si è formato il carattere lavorando in fabbrica.