Nei mesi scorsi l’Assemblea dell’Unione Allevatori della Val Rendena ha denunciato una situazione “gravissima e senza precedenti”, tale da creare “preoccupazione, sconforto e rassegnazione”, dovuta ad “un inedito accentramento di un considerevole numero di malghe nelle mani di pochi soggetti, accentramento accompagnato dall’aumento spropositato dei canoni di affitto”.
Trento, 6 ottobre 2021
A detta degli allevatori ciò è dovuto principalmente alla normativa distorsiva che regolamenta l’utilizzo dei fondi europei destinati all’agricoltura, che anziché favorire lo sviluppo sostenibile della zootecnia di montagna rischia di trasformarla “in una sorta di paradiso fiscale per investitori senza scrupoli”. Il tutto con grave danno per l’allevamento storico e di conseguenza per le aziende agricole locali, per la montagna e per le sue pratiche di gestione sostenibile.
L'agricoltura di montagna ha bisogno di essere tutelata, perché dalla sua esistenza e reale possibilità di esercizio dipende anche la tutela del nostro territorio e la valorizzazione della nostra identità, diversità e specialità. Non può esistere una montagna abbandonata, e non può esistere nemmeno una montagna senza agricoltura, senza contadini e senza allevatori.
Per questo il Consigliere Manica ha depositato una mozione, oggi emendata in accordo con l’Ass. Giulia Zanotelli e approvata dal Consiglio provinciale, che impegna la Giunta a proseguire nel percorso di dialogo con il Consorzio dei Comuni, le Amministrazioni Comunali interessate, le Asuc, le Comunità delle Regole, i Sindacati agricoli, la Federazione degli Allevatori trentini, rappresentanti di categoria e tutte le altre realtà interessate per dare la massima attuazione agli strumenti esistenti e a implementare se necessario nuove procedure e azioni allo scopo di garantire la corretta gestione dei pascoli e delle malghe del Trentino.