Sono iniziate le scuole, e se c’è un obiettivo che dev’essere condiviso da tutti è che quest’anno non si parli di DAD! Per i ragazzi è vitale poter vivere in relazione con gli altri la scuola.
Luca Zeni, 14 settembre 2021
Per farlo, occorre essere attenti e rigorosi nel seguire le regole sul covid. Il governo il 10 settembre ha pubblicato un decreto legge con il quale ha reso obbligatorio il possesso del green-pass per chiunque acceda alle strutture scolastiche (comprese le scuole dell’infanzia), educative e formative.
Quindi occorre il green pass per genitori, fornitori, manutentori, volontari, per poter mettere piede dentro le strutture scolastiche.
Una disposizione molto semplice e chiara, che si applica direttamente su tutto il territorio nazionale.
Tuttavia, in nome dell’autonomia, l’11 settembre l’assessore all’istruzione Bisesti inviava una nota a tutte le scuole, annunciando il recepimento con ordinanza da parte del Presidente della Provincia, al fine di “chiarire le modalità applicative all’interno del sistema trentino”. Invitava quindi, nelle more dell’emissione dell’ordinanza, a “prestare particolare attenzione, in considerazione delle nuove disposizioni, alle modalità organizzative nei momenti della prima accoglienza e del ritiro degli alunni e delle alunne, privilegiando ove possibile gli spazi all’aperto dele nostr scuole, considerando al contempo le esigenze di accompagnamento delle famiglie dei bambini più piccoli”.
Quindi? Cosa significa? Quali obblighi ha la scuola?
Deve essere chiaro che, fino a che il Presidente Fugatti non adotta l’ordinanza annunciata, vige la normativa nazionale, che va applicata direttamente.
La lettera dell’assessore, nella gerarchia delle fonti, è subito sopra al commento del cittadino esperto di vaccini sui social, e non può in alcun modo derogare alle disposizioni del decreto legge. Soltanto l’ordinanza del Presidente della Provincia potrebbe prevedere una disciplina in parte diversa, ma non in contrasto con la previsione statale, o rischierebbe l’impugnativa da parte del governo.
La lettera dell’assessore ha avuto invece l’effetto di creare incertezza, con una applicazione della normativa diversa da parte delle diverse scuole, con conseguente non equità verso le famiglie.
In alcuni casi infatti assistiamo ad una corretta e rigorosa applicazione della disposizione statale, e ci sono scuole – comprese quelle dell’infanzia – che per evitare incomprensioni, semplicemente non fanno entrare i genitori all’interno della struttura, consentendo l’accesso soltanto agli studenti.
In altri casi invece la nota dell’assessore Bisesti è stata interpretata come una sospensione degli effetti del decreto legge in attesa dell’ordinanza, e i genitori vengono lasciati entrare nella scuola – in particolare nelle scuole dell’infanzia – senza richiesta di green pass, con una evidente disapplicazione della normativa in vigore e quindi con la mancata osservanza della legge.
L’auspicio è che la giunta provinciale faccia chiarezza immediatamente. O specificando l’ovvio, ossia che in assenza di un provvedimento provinciale, le scuole sono tenute ad applicare quanto previsto dallo Stato, e a richiedere il green pass alle persone esterne che entrano all’interno dell’istituto, o adottando l’ordinanza annunciata.
Risulta discutibile ritenere che l’autonomia si eserciti dovendo adottare un atto ad hoc di recepimento ogni volta che lo Stato assume un provvedimento valevole su tutto il territorio nazionale, anche perché si rischia una moltiplicazione delle disposizioni che possono creare confusione nei cittadini. Ma se lo si vuole fare, che almeno si faccia velocemente, evitando di avere una settimana di vuoto, riempito peraltro con lettere che possono indurre in errore rispetto alla necessità di rispettare la normativa vigente e che possono finire per rappresentare un pretesto ed una sponda per posizioni no vax che non devono invece trovare spazi di ambiguità nelle istituzioni.