TRENTO «Una soluzione estrema ma necessaria a garantire il ritorno alla vita comunitaria, alla scuola in presenza, alle attività produttive e ad evitare nuove chiusure». Questa la posizione del Pd trentino sull’obbligo vaccinale.A. Prandini, "Corriere del Trentino", 5 settembre 2021
Da quando il presidente del Consiglio Mario Draghi ha risposto con un laconico «sì» alla domanda se il governo volesse rendere il vaccino obbligatorio per tutti, si è aperto un vivace dibattito politico. Ieri su queste pagine il governatore trentino Maurizio Fugatti si è definito a dir poco scettico: «Lo trovo francamente esagerato. Sono convinto non si debba forzare nessuno, è una linea che non mi piace». Oggi si schiera sulla sponda opposta il principale partito d’opposizione. «Lo vedo come un male estremo ma necessario — sostiene la capogruppo democratica Sara Ferrari — se persuasione e convinzione non bastano. Non vedo cos’altro si possa fare davanti a un numero ancora molto elevato di persone che non si vogliono vaccinare e quindi generano un pericolo non solo per sé stesse, ma anche per gli altri».
Anche all’interno del Patt la linea sembra essere questa, anche se Paola Demagri, capo della pattuglia autonomista in Consiglio, precisa di parlare per sé stessa e di non essersi ancora confrontata coi colleghi: «Fino a qualche mese fa ero scettica, volevo confidare nel senso di responsabilità etica e morale. Ma dopo aver visto le resistenze perfino interne al mondo sanitario, da cui io provengo, sono giunta alla conclusione che non si può fare a meno dell’obbligo per ritrovare la libertà dal virus».
Nelle forze di maggioranza le posizioni invece vanno dalla cautela alla contrarietà. «In quanto liberale preferire che ognuno risponda per sé. Poi certo se devo scegliere tra uno non vaccinato e uno obbligato, scelgo il secondo» afferma Giorgio Leonardi, consigliere di Forza Italia. «Però preferirei aspettare prima di dare giudizi, valutare prima chi può esserne esentato, chi di preciso obbligare. Del resto non c’è nessun piano scritto, solo una breve risposta alla stampa. Tutto questo senza mettere in discussione i vaccini, io per primo mi sono immunizzato appena ho potuto e ribadisco che sono l’unico modo per non tornare a rinchiudere aziende e cittadini». Claudio Cia, capogruppo di Fratelli d’Italia, si mantiene sulle posizioni nazionali del suo partito: no all’obbligo. «Punto primo, il vaccino è efficace, uno può pensare quello che vuole ma questo non cambia. Io in quanto infermiere l’ho fatto, anche perché sennò avrei sconfessato tutto il mio percorso e i miei studi. Tuttavia credo che non si possa obbligare la gente su un tema simile, otterresti l’effetto contrario di insospettirle e di allontanare ancora di più le persone dalle istituzioni. Ciò che davvero serve è una comunicazione efficace e soprattutto non contraddittoria. Si guardi a Israele: togliendo dal conto gli ortodossi che non lo fanno per motivi religiosi, sono riusciti a ottenere coperture molto elevate senza obblighi di sorta e ora non incontrano resistenze nel fare la terza dose. Sono convinto che il 99% di chi non si è ancora vaccinato non è no-vax, è solo intimorito da troppe voci discordanti. Non è né giusto né utile sottovalutare le loro paure».
Anche Filippo Degasperi, ex pentastellato ora portavoce in Consiglio di Onda Civica, si schiera col no e mette perfino in dubbio l’efficacia stessa dei vaccini: «Sono laico su questi temi. C’è una pandemia in atto, un evento eccezionale che richiede strumenti eccezionali. Però il vaccino finora non è che abbia dato chissà che risultati, basti vedere come quest’anno siamo messi peggio che l’anno scorso. Penso sia giusto tutelare la libertà di chi sceglie di non farvi ricorso, anche perché non ci sono ancora certezze, iniettarsi il vaccino è un atto di fede e chi ha dubbi va capito. L’obbligo trovo sia una soluzione semplicistica, si possono tutelare libertà e salute in altri modi. In altri paesi non c’è tutta questa tensione che si avverte in Italia, sono andato in Austria e Croazia di recente, lì se indossi la mascherina in pubblico rischi quasi che te la vengano a strappare».
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