Mozione “Stop Tampon Tax. Il ciclo non è un lusso”. Martedì 7 settembre il tour sarà a Trento

Premesso che sulla  questione della cosiddetta “Tampon Tax” riguardante l’imposta sui prodotti igienici femminili essenziali (assorbenti interni, esterni, coppette mestruali) in diversi Paesi dell’Unione Europea e del Mondo si è aperta una discussione sull’entità e sull’opportunità che tale tassa venga ridotta;
Trento, 30 aprile 2021

Atteso che una donna, dalla pubertà alla menopausa, si stima che affronti circa 520 cicli mestruali che durano in media 28 giorni e comportano 3-5 giorni di mestruazioni, prevedendo l’utilizzo in media di 4 assorbenti al giorno otteniamo un totale di 12 mila assorbenti nell’intero arco di vita ed una spesa di circa 1.700 euro solo per assorbenti;

 
Considerato che in Italia si stima che ogni mese 21 milioni di donne  acquistano prodotti sanitari, per un totale di circa 2.6 miliardi di prodotti venduti. Il prezzo medio di una confezione di assorbenti è di 4 euro per una spesa annuale di circa 126 euro di cui 22,88 euro come Imposta sul Valore Aggiunto;
 
Evidenziato che in Italia è ignorato il fenomeno “period poverty” (povertà mestruale), ovvero il disagio (anche per ragioni economiche)  di potersi garantire un’igiene adeguata durante tutto il periodo mestruale attraverso appositi dispositivi sanitari e in luoghi idonei;


Considerato che in Italia sono in vigore  tre aliquote Iva: 4 % (aliquota minima, applicata alle vendite di generi di prima necessità; 10% (aliquota ridotta, applicata a determinati prodotti alimentari, a particolari operazioni di recupero edilizio ed ai servizi turistici): 22% (aliquota ordinaria, per tutto il resto);

che i prodotti sanitari per il ciclo mestruale, nonostante costituiscano un bene primario, legato alle funzioni vitali di una donna in età fertile, sono sottoposti all’Iva del 22%, cioè l’aliquota massima contemplata dal sistema fiscale italiano, equiparandoli a beni di lusso;

Atteso che persino al tartufo è toccata una sorte migliore: ritenuto evidentemente bene essenziale, ha l’Iva al 5% ;

Richiamata la direttiva 2006/12/CE del 28 novembre 2006 relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto che  stabilisce per gli Stati membri la possibilità di applicare una o due aliquote ridotte  a “prodotti farmaceutici normalmente utilizzati per cure mediche, per la prevenzione delle malattie e per trattamenti medici e veterinari, inclusi i prodotti utilizzati per fini di contraccezione e di protezione dell’igiene femminile”;
 
Evidenziato che in Europa numerosi Paesi hanno affrontato positivamente il tema: in Francia, ad esempio, la tampon tax è stata ridotta dal 20% al 5,5%, in Belgio è passata dal 21% al 6%, nei Paesi Bassi è al 6%,  in Spagna è stato previsto di abbassare l’IVA per assorbenti interni, esterni e coppette mestruali dal 10% al 4%, in Germania  è stata abbattuta  dal 19% al 7%, in Irlanda non viene applicata Iva su questi beni,  nel  Regno Unito, in aggiunta, si distribuiscono gratuitamente i prodotti sanitari femminili alle studentesse in contrasto alla “period poverty”. Anche in Canada è stata definitivamente abolita la tassazione, seguita dallo stato di New York e l’Australia;

 
Fatto presente che in Italia oltre 250mila cittadine e cittadini hanno firmato appelli per chiedere al Governo e al Parlamento di abolire o quantomeno ridurre la “tampon tax” e, nell’ambito dell’esame del decreto fiscale da parte del Parlamento, l’Intergruppo parlamentare sui diritti delle donne ha presentato un emendamento che prevede l’aliquota ridotta sui  prodotti sanitari e igienici femminili, quali tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali;

Considerato che Firenze, primo capoluogo di Regione in Italia ha approvato all’unanimità una delibera comunale che auspica l'applicazione di prezzi particolarmente contenuti per i prodotti sanitari ed igienici femminili, grazie alla quale le farmacie comunali di quel Comune hanno deciso di vendere (sino al 31.3.2022) quei beni senza alcuna tassazione (vedasi articolo di stampa);

 Ritenuto opportuno e necessario, per i motivi riportati in narrativa, che anche il nostro Paese riconosca come beni primari i prodotti igienici femminili affrontando le problematiche legate al “period poverty” e riconoscendo le relative  agevolazioni fiscali;

 
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

- a verificare con Farmacie Comunali S.p.A., anche sulla scorta di quanto avvenuto a Firenze, la possibilità di applicare prezzi particolarmente contenuti e promozionali sui prodotti sanitari e igienici femminili, (quali tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali) ed ogni altra eventuale iniziativa per migliorare la disponibilità e l’educazione all’uso di questi prodotti da parte delle donne ed in particolare delle fasce più svantaggiate;

 
- a sollecitare il Governo ed il Parlamento a prevedere un’immediata riduzione dell’aliquota, attualmente al 22%, per i prodotti igienico-sanitari femminili, per arrivare poi alla totale detassazione dei beni essenziali alla salute ed all’igiene femminile;

- a richiedere alla Provincia Autonoma di affrontare ed approfondire il fenomeno della “povertà mestruale”, anche, eventualmente, attraverso uno studio qualitativo delle fasce economicamente a rischio, e prevedere un piano di agevolazioni economiche per l’acquisto di  prodotti sanitari e igienici femminili per le fasce più deboli.

Si ringrazia per l’attenzione.

Consigliera Filomena Chilá   

      

Consigliera Giula Casonato           

Consigliera Francesca Fiori     

Consigliera Anna Raffaelli          

Consigliere Walter Lenzi              

Consigliere Luca Filosi