Il giorno dopo l'approvazione del bilancio di assestamento da parte della maggioranza di centro destra che governa la provincia, la capogruppo del partito democratico del Trentino, Sara Ferrari, esprime il proprio rammarico, perché nessuna delle proposte del gruppo volte a migliorare l'impianto della manovra è stata accolta.
“Su questioni fondamentali che toccano gli interessi del territorio e dei cittadini, come la risorsa acqua e i servizi pubblici locali, ma anche scuola, sanità, economia, famiglia, pubblica amministrazione, non siamo stati ascoltati – denuncia la consigliera- il“pasticcio” dell'idroelettrico, cioè la sciagurata decisione di questa giunta di applicare, come primo territorio in Italia, una direttiva europea che in tutto il resto del Paese è in stand by, rischia di compromettere per sempre la gestione territoriale da parte dei nostri enti locali di un bene pubblico come l'acqua”.
“Abbiamo chiesto per mesi alla giunta di fermarsi – prosegue la capogruppo Sara Ferrari - e in questi giorni glielo hanno chiesto anche 40 sindaci preoccupati che i propri comuni perdano un' entrata fondamentale come quella proveniente dalle piccole derivazioni idroelettriche. Siamo rimasti inascoltati, sia noi che loro, per l'ostinazione politica della maggioranza. Una ferita profonda al benessere della nostra comunità. Da tempo, inoltre, chiediamo che il governo provinciale leghista presenti il nuovo modello di gestione unitaria sovracomunale dei servizi ai cittadini nei vari territori, che ha annunciato in campagna elettorale e che ha portato per ora solo al commissariamento delle comunità di valle. Proroga dopo proroga, è passata ormai metà legislatura senza alcuna proposta. E ieri hanno votato che non arriverà fino al 2023. Nell'ultimo anno di legislatura, quello elettorale, è noto però, che non si sono mai fatte riforme istituzionali. Quindi i nostri comuni e le nostre valli rimangono in difficoltà per partito preso, chissà fino a quando, altro che “essere valorizzati”.Il Partito democratico del Trentino continuerà, comunque, ad avanzare proposte per stimolare il governo provinciale ad affrontare questi problemi e avviare le riforme per superare la crisi, che per ora continua a rinviare. L'autonomia va meritata, perciò valorizzata nel modello di autogoverno e non per fare leggi suicide o per distruggere eccellenze”.
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