Nei giorni scorsi, dopo la seduta straordinaria del Consiglio provinciale dedicata alla situazione della sanità trentina, l'assessora Segnana si è premurata di farci sapere che è tranquilla, che sta facendo bene, che ha la piena fiducia del presidente Fugatti.Alessio Manica, 27 luglio 2021
E, soprattutto, che non ha mai pensato di dimettersi, visto che non c'è a suo dire alcuna "motivazione concreta" per farlo.
Segnana è tranquilla, nonostante da giorni migliaia di trentini lamentino di non riuscire a parlare con il CUP per prenotare una visita o una prestazione.
Segnana è tranquilla nonostante il Trentino risulti agli ultimi posti in Italia per la percentuale di personale sanitario e socio-sanitario vaccinato.
Segnana è tranquilla nonostante il dato dei cittadini trentini completamente vaccinati sia inferiore rispetto alla media nazionale e nonostante il Trentino sia uno dei territori con la più elevata percentuale di persone che non hanno ricevuto neppure una dose vaccinale.
Segnana è tranquilla nonostante all'Ospedale di Cavalese la gestione del reparto di ginecologia sia resa sempre più difficile dalla continua riduzione dell'organico.
Segnana è tranquilla nonostante i problemi tristemente noti dello stesso reparto di Trento, cosa che sta costringendo alcune trentine in attesa di intervento ginecologico di natura oncologica a dover trasferirsi per l'operazione all'Ospedale Donna e Bambino di Verona.
E sempre per la serie "noi della Lega abbiamo a cuore gli ospedali di valle", Segnana è tranquilla nonostante all'ospedale di Tione sia rimasto un solo anestesista, il primario di ortopedia sembra essere pronto a lasciare l'incarico e ci sia carenza anche di personale amministrativo. E sempre per restare in tema, Segnana è tranquilla nonostante nelle Giudicarie negli ultimi mesi sia stata chiusa la Casa della salute di Pinzolo e l'ambulatorio di medicina sportiva di Storo, manchino medici di base e guardie mediche e la riorganizzazione della medicina territoriale di base sia rimasta ferma al palo. Ed è tranquilla nonostante all'ospedale Santa Chiara di Trento manchino attualmente i primari dei reparti di medicina, di pneumologia e di malattie infettive.
Segnana è tranquilla anche nonostante il fatto che in due anni e otto mesi da Assessora alla sanità abbia assistito più o meno inerme alle dimissioni di due direttori generali dell'Azienda sanitaria, con tutto il caos organizzativo e di programmazione che questo tipo di passaggi comporta, e nonostante non sia ancora stato emanato il bando per l'individuazione del nuovo direttore generale.
Segnana è tranquilla anche dopo aver dichiarato in un'intervista che la dottoressa Sara Pedri era già di suo una "persona fragile", e aver dovuto scusarsi pubblicamente con i suoi famigliari per avergli causato "ulteriore dolore".
Segnana è tranquilla anche dopo aver ammesso di aver appreso della delibera con cui veniva rinnovato l'incarico al dott. Tateo a capo del reparto di ginecologia più di un mese dopo la sua approvazione, nonostante il controllo della gestione dell'Azienda sanitaria dovrebbe essere in cima alla lista delle sue priorità.
Ma Segnana ci fa sapere di essere tranquilla anche per la gestione dell'emergenza Covid, tanto che ha tenuto a ribadire che "il Trentino ne è uscito bene". E ciò nonostante durante la prima ondata di Covid l'eccesso di mortalità in Trentino sia stato tra i più alti d'Italia; e nel corso della seconda ondata sia stato il più alto d'Italia; e l'incremento di mortalità nell'anno 2020 rispetto al quinquennio precedente sia stato il più alto d'Italia; e nonostante anche il rapporto tra positivi e ricoverati in terapia intensiva sia stato a lungo tra i peggiori d'Italia; e nonostante una gestione dei dati dei contagi che definire allegra è lusinghiero.
Potrei andare avanti ancora, ma mi fermo qui. Segnana insomma è tranquilla, beata lei! Noi però guardando i dati e i fatti di questi ultimi anni lo siamo molto meno, e a contare davvero sono quelli, non i messaggi di vicinanza che l'assessora dice di aver ricevuto "su messenger e WhatsApp". Siccome la sanità pubblica è una tra le cosa più preziose che ognuno di noi ha e siccome in questo momento qualcosa non sta andando per il verso giusto, torno a chiedere qui quello che come Gruppo abbiamo chiesto qualche giorno fa in Consiglio provinciale, toccando un nervo scoperto di Fugatti: il presidente, vista anche la sua esperienza di sottosegretario al Ministero della Salute, si assuma la responsabilità diretta della sanità trentina, che è un settore che vale da solo un terzo del bilancio provinciale e che è di certo quello più complesso e più legato al benessere della nostra comunità.
Non si tratta di una questione di genere - come l'assessora nei giorni scorsi ha quasi pateticamente cercato di far intendere - ma di competenza. La situazione è straordinaria e richiede urgentemente una risposta altrettanto straordinaria.
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