Insieme all’assestamento di bilancio 2021-2023, il Ddl 110, (197 milioni di euro sul piatto) il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha dato il via libera al Defp, (il Documento di economia e finanza provinciale) che contiene, tra l’altro, anche le politiche strategiche per consentire al Trentino di affrontare le sfide imposte dall’emergenza Covid-19 fino al 2024.
Trento, 26 luglio 2021
Ma, per affrontare la crisi economica prodotta dalla terribile pandemia e dare il via agli investimenti nei settori strategici, la giunta Fugatti ha deciso di tamponare le falle prodotte dall’emergenza sanitaria ed economica, senza innescare un processo di crescita strutturale, robusto e duraturo.
Questa mancanza di scelta finirà per fare del male a noi e ai nostri figli e nipoti, che si troveranno a far fronte ad un debito insostenibile. L’Agenda Fugatti ha determinato di far camminare il Trentino solo sulla gamba delle risorse, che contrariamente alle preoccupazioni che tutti nutrivamo lo scorso anno, si è rivelata stabile e robusta, ma non intraprende riforme.
“Il Presidente Fugatti – afferma la capogruppo Sara Ferrari - si giustifica dicendo che in tempi di guerra non si può governare come in tempi di pace, ma poi è costretto a riconoscere che lo Stato sta intraprendendo le riforme grazie al Piano Marshall del PNRR, quindi non si capisce perché il Trentino debba andare a rimorchio del Governo Draghi e non possa essere, invece, avanguardia e sperimentatore di innovazione, grazie alla propria autonomia come ha sempre fatto”
L’unico problema che ha la Provincia è riuscire a spenderli, presto e bene, tutti questi soldi, perché presto finiranno e si tornerà al finanziamento ordinario della nostra autonomie speciale, attraverso la compartecipazione al gettito fiscale. E a quel punto, sarà il reddito prodotto in Trentino che determinerà anche il livello delle entrate fiscali della Provincia.
Il gruppo Pd del Trentino ha presentato emendamenti alla legge di assestamento per correggere il tiro e rendere possibili le riforme che ci consentiranno di crescere di più e meglio domani. Preservando innanzitutto la nostra autonomia speciale, mortificata troppo spesso da scelte legislative provinciali impugnate più volte dalla Corte costituzionale. Per non parlare della mancata riforma del sistema dei comuni, arenata in un penoso commissariamento delle comunità di valle, fino alla fine della legislatura. Nel merito del Ddl 110 sono diverse le questioni su cui siamo intervenuti: dalle concessione per l’energia idroelettrica, all’assistenza psicologica nella scuola, alla sovrintendenza dei beni culturali riconvertita in struttura complessa, alla buffonata del trentino onorario, alla capitalizzazione delle imprese.
Sul miscuglio di piccoli interventi della manovra di bilancio è calato il silenzio sulle mancate riforme: il contrario esatto dell’Agenda Draghi. E però il Defp 2022-2024 è l’ultimo treno di questa legislatura sul quale far salire le riforme necessarie al Trentino per restare nel gruppo di testa delle regioni italiane. Purtroppo per tutti noi, la giunta provinciale e la maggioranza politica che la sostiene hanno deciso di farlo passare invano. Costringendo una comunità orgogliosa della sua storica autonomia a riporre tutte le sue speranze solo nel governo nazionale. Al quale ora è addirittura passata la palla della complessa questione dell’A22, di cui scade la proroga alla concessione in questi giorni. La nostra autostrada è una delle infrastrutture e delle risorse più strategiche per le entrate e il disegno di sviluppo del nostro territorio: perderne il controllo per incapacità del governo leghista locale di dialogare con gli altri soci, sarebbe un disastro per il Trentino!
LA TABELLA RIASSUNTIVA DEGLI EMENDAMENTI DEL GRUPPO PD