Non soddisfatto del caos prodotto nel sistema sanitario, il leghismo nostrano si esibisce adesso in un nuovo esercizio di demolizione delle istituzioni, attraverso un conflitto palese fra i massimi vertici del Centro Servizi culturali “S. Chiara” di Trento, che obbliga il presidente leghista dello stesso a rivolgersi all’Assessore leghista di merito, per sollevare dall'incarico la vicepresidente, peraltro anch’ella di fede leghista.
Trento, 13 luglio 2021
Ancora una volta ciò dimostra come la prevalenza della fedeltà di partito sulla competenza professionale e culturale genera situazioni imbarazzanti e produce un’ennesima immagine negativa sulla capacità della Giunta provinciale di definire la “governance” dei suoi enti funzionali.
A tale proposito, il Consigliere del Partito Democratico, Luca Zeni, ha depositato oggi un'interrogazione per capire cosa sta succedendo al Centro Servizi culturali “S. Chiara” e quali orientamenti intenda assumere la Giunta provinciale per far fronte ad una situazione di evidente crisi gestionale del principale ente di produzione culturale trentino. Infine, il Cons. Zeni chiede anche di conoscere i criteri di massima assunti dalla Giunta provinciale per selezionare le figure adatte alla guida degli enti funzionali stessi.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE
Interrogazione n.
IL REGNO DEL CAOS
E’ di oggi la notizia dell’ormai palese frattura interna al consiglio d’amministrazione del Centro Servizi culturali “S. Chiara”, dove presidente e vicepresidente – espressi peraltro dallo stesso Partito, la “Lega Salvini” – stanno dibattendo, su posizione opposte, ormai da tempo attorno ad alcuni temi centrali nella gestione dell’ente.
Uno scontro “al calor bianco” evidentemente, se il presidente dell’ente – al quale va riconosciuto un percorso istituzionalmente solido - si è visto costretto a chiedere all’Assessore competente la rimozione della sua vicepresidente, ottenendo peraltro le solite risposte fatte di rinvii e palleggi delle responsabilità. E così, dopo il conclamato disastro gestionale della sanità, ecco adesso aprirsi quello della cultura, con esiti che, ad oggi, paiono inimmaginabili.
Ciò che risalta find’ora però, è la chiara percezione della totale incapacità del leghismo nostrano di capire la differenza fra dimensione partitica e dimensione istituzionale laddove, se nella prima possono sfogarsi tutte le passioni e le battaglie anche individuali, nella seconda vanno invece privilegiati comportamenti e scelte in linea con il principio della responsabilità e della competenza, perché ne va del futuro di tutta la comunità.
Ora, anche al di là della singola vicenda, è giunto il tempo di interrogarsi , ma soprattutto di interrogare la Giunta provinciale, se il futuro di questa terra può ancora poggiare sulla prevalenza del requisito della fedeltà ideologica rispetto a quello della competenza culturale e tecnica. Perché l’elemento fiduciario – la condivisione di una linea, in questo caso di politica culturale – è molto diverso dall’elemento della fedeltà, ossia un rapporto personale e politico che prescinde dal merito di obiettivi e percorso in quel settore.
Il nodo della questione è infatti tutto qui.
Se si ritiene di continuare sulla strada fin qui percorsa, è necessario riconoscere che polemiche e svarioni come quelli di questi giorni saranno sempre più all’ordine del giorno, se altrimenti si reputa opportuno cambiare modalità e scegliere il valore della competenza, allora forse si può sperare in qualche esito meno impattante per le sorti del Trentino e dell’autonomia speciale.
Ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
- quali orientamenti la stessa intende assumere a fronte dell’ “autosospensione” della vicepresidente del Centro Servizi culturali “S. Chiara”, posto che l’istituto stesso di “autosospensione” non risulta previsto dai regolamenti interni dell’ente, né tanto meno dalla normativa che ne regola le attività ed a fronte della richiesta di rimozione della stessa presentata dal presidente dell’ente all’Assessore di merito;
- sulla base di quale specifico “curriculum”, afferente l’organizzazione dello spettacolo dal vivo, è stata scelta la figura della vicepresidente del Centro e se la stessa ha, in qualche modo, ufficializzato quel suo dissenso che l’ha portata a questa situazione, francamente insostenibile;
- quali sono i criteri di massima che la Giunta provinciale adotta nella scelta delle figure da nominare nei ruoli di “governance” dei vari enti pubblici a partecipazione provinciale.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti.
avv. Luca Zeni